La selvaggina sta già sparendo e una proposta di legge presentata dalla Lega vuole liberalizzare la caccia: si sparerà a quello che non c’è più, finendo con il consumare natura e impoverire drasticamente il territorio. Una petizione dei cittadini, gli interessi in gioco


◆ Il controvento di FABIO BALOCCO

“Non c’è alcun bisogno di firmare, la caccia in Italia sta morendo di suo. Le condizioni climatiche hanno cambiato tutto, la selvaggina migratoria è sparita, anni fa sparavamo almeno 50 colpi ai tordi di passaggio, ancora di più alle allodole, oggi non ne vedi più uno in giro. In Sicilia i conigli sono quasi spariti, così come le lepri. Ne rimane qualcuna in alta montagna, Nebrodi e Madonie, insieme alle pernici, però da tempo sono specie superprotette. Molti miei amici non rinnovano più il porto d’armi”. Questo uno dei commenti all’invito de Il Fatto quotidiano di firmare una petizione contro la proposta di legge di liberalizzazione della caccia presentata dalla Lega [leggi qui].

Sparare sette giorni su sette, sparare anche di notte, divieto di impugnativa al Tar dei calendari venatori, sono solo alcune delle chicche contenute appunto nella Proposta di legge di Bruzzone & C. Dopo che era abortita una precedente proposta di Lollobrigida di consentire il porto d’armi ai sedicenni e la caccia anche nelle aree protette. Ma, a differenza di quella, questa proposta passerà. Dimostrando alcune verità peraltro note da tempo. La prima: chi siede in Parlamento ha quasi sempre un debito di riconoscenza nei confronti di chi lo ha eletto: una marchetta da pagare. Il parlamentare quindi si attiverà per favorire quella determinata lobby. Un esempio fra tanti: nel 2016 Salvini era contrario al Ponte sullo Stretto, ora che è al potere lo ha rilanciato con forza. Ma è la stessa logica che fa sì che un sindaco di montagna faccia aprire una pista agro-silvo-pastorale all’impresa edile che lo ha supportato nelle elezioni. I cacciatori stanno diminuendo drasticamente e hanno un’età media compresa tra i 65 e i 78 anni, ma hanno ancora i loro santi in paradiso (e Pietro Fiocchi, sì proprio quello delle cartucce, al Parlamento europeo).

La seconda verità. Come noto e come sottolineato anche dal cacciatore di cui sopra, gli animali selvatici stanno neanche tanto lentamente scomparendo, perché quasi tutto è “selvaggina” e comunque gli equilibri ambientali sono profondamente alterati dall’uomo, e molto proprio da quei contadini che sono scesi in piazza. Sta diminuendo drasticamente la fauna terrestre e anche quella acquatica (fluviale, lacustre e persino marina). La terza verità è che la logica che presiede alla caccia non è altro che la logica in cui viviamo quotidianamente, in cui siamo immersi, quella dell’economia capitalista. Vivere al massimo alterando aria, acqua, terra. Trarre profitto a breve. E nello specifico divertendosi a uccidere finché ci sarà vita intorno a noi. La quarta, e forse non l’ultima verità, è che predicare che occorre avere una visione non antropocentrica, ma  olistica o quanto meno che occorre pensare alle generazioni future non ha speranza. Noi viviamo, tutti, per l’hic et nunc. In fondo, “del doman non v’è certezza”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nato a Savona, risiede in Val di Susa. Avvocato (attualmente in quiescenza), si è sempre battuto per difesa dell’ambiente e problematiche sociali. Ha scritto “Regole minime per sopravvivere” (ed. Pro Natura, 1991). Con altri autori “Piste o pèste” (ed. Pro Natura, 1992), “Disastro autostrada” (ed. Pro Natura, 1997), “Torino, oltre le apparenze” (Arianna Editrice, 2015), “Verde clandestino” (Edizioni Neos, 2017), “Loro e noi” (Edizioni Neos, 2018). Come unico autore “Poveri. Voci dell’indigenza. L’esempio di Torino” (Edizioni Neos, 2017), “Lontano fa Farinetti” (Edizioni Il Babi, 2019), “Per gioco. Voci e numeri del gioco d’azzardo” (Edizioni Neos, 2019), “Belle persone. Storie di passioni e di ideali” (Edizioni La Cevitou, 2020), "Un'Italia che scompare. Perché Ormea è un caso singolare" (Edizioni Il Babi, 2022). Ha coordinato “Il mare privato” (Edizioni Altreconomia, 2019). Collabora dal 2011 in qualità di blogger in campo ambientale e sociale con Il Fatto Quotidiano, Altreconomia, Natura & Società e Volere la Luna.