La Pineta Zappini minacciata dal progetto dell’Ente Parco è tutelata con vincolo paesaggistico e neanche un albero può essere tagliato legittimamente senza il parere vincolante della Soprintendenza al Paesaggio dell’Aquila

Si intensifica la mobilitazione del Comitato Civico di Villetta Barrea con oltre mille firme già raccolte per la Petizione pubblicata su Change.org. Contro il taglio del Pino nero, specie autoctona di conifera, si è espressa anche la scrittrice Dacia Maraini. Di seguito l’appello del Direttore onorario di “Italia Libera” Vittorio Emiliani


ROMA, 18 SETTEMBRE 2022 (Red) — Tremila e quattrocento esemplari di Pino nero (Pinus Nigra, subsp. nigra var. italica), specie autoctona di conifera, sono destinati ad essere abbattuti a Villetta Barrea nella Pineta Zappini. Lo ha deciso l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Contro questo dissennato progetto il Gruppo di Intervento Giuridico (Grig) ha chiesto l’accesso civico agli atti e la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila ha sottolineato — nella risposta — che, senza il proprio parere, non si può legittimamente tagliare nemmeno un albero. La Pineta Zappini è, difatti, tutelata con vincolo paesaggistico e rientra nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e nella Zona di Protezione speciale (ZPS). «I tagli previsti dal progetto del Parco appaiono tutt’altro che necessari e, per giunta, sono dannosi in quanto potrebbero costituire un serio pericolo ambientale e per la difesa del suolo», denuncia il Comitato Civico di Villetta Barrea. «A 100 anni dalla nascita del Parco Nazionale d’Abruzzo — aggiunge con amarezza il Comitato Civico — assistiamo a un grande cambiamento storico: ad intervenire per la conservazione dell’ambiente sono in prima linea i cittadini, che si contrappongono con tenacia al progetto dell’attuale gestione dell’Ente Parco». Una decisione strabiliante da fermare con una mobilitazione democratica subito.


L’appello di VITTORIO EMILIANI, per “Italia Libera” e “Comitato per la Bellezza”

«A VILLETTA BARREA un progetto predisposto dall’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e finanziato dal ministero della Transizione Ecologica — l’ex ministero dell’Ambiente, stravolto dal ministro Roberto Cingolani anche nella funzione di tutela della natura e del territorio — intende effettuare un taglio di ben 3.410 Pinus nigra che rischia di produrre danni a livello botanico, idrogeologico, e paesaggistico. Uno scempio dissennato e illegittimo nel cuore stesso del Parco nazionale, il secondo d’Italia a essere istituito storicamente con sede a Pescasseroli sotto la spinta della famiglia Sipari da cui proveniva per parte di madre Benedetto Croce ministro prima del fascismo e da questo duramente avversato. Una decisione strabiliante assunta dall’Ente che dovrebbe tutelare l’equilibrio ecologico del territorio. A quanto è dato sapere, i 3.400 alberi da abbattere sarebbero destinati a diventare legna da ardere per un impianto a biomasse, fra le centrali più inquinanti che esistano. Una autentica follia contro la quale stanno insorgendo associazioni, comitati civici, semplici cittadini, che chiedono di essere sostenuti a tutti i livelli per impedire l’incredibile scempio. È quello che noi di “Italia Libera” facciamo con grande energia e passione in ogni circostanza e chiediamo ai nostri lettori di mobiliarsi subito a tutti i livelli, dal locale, al regionale, al nazionale perché questo autentico delitto ambientale non venga consumato. Sarebbe gravissimo».

Chi intende aderire segnalando iniziative e prese di posizione (di cui daremo conto sul nostro giornale), può scrivere a: [email protected]; si può sottoscrivere direttamente la Petizione promossa dal Comitato Civico di Villetta Barrea su Change.org (clicca il link per farlo subito: https://www.change.org/p/pnalm-boschi-a-rischio-parco-taglia-3410-pini-neri-sottoscrivi-salva-la-pineta-di-vil), già firmata da più di mille cittadini

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.