La locandina del Festival dell’accoglienza “Il lento cammino della cittadinanza”, organizzato dall’Ufficio Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino in corso fino al 23 ottobre «Nel centro storico di Torino si aggirano persone senza fissa dimora che hanno problemi di salute e la nostra attività è di cercare di mandarle ai servizi territoriali, come l’ambulatorio della “Camminare insieme”. Con un anziano ho impiegato un anno per costruire un rapporto in cui ci fosse comunicazione reciproca di richieste e risposte». «Sono stato chiamato a dare una mano alla gestione della situazione in un caseggiato occupato alla Tuscolana. Vi vivevano allora 70/80 famiglie. Uno dei primi casi romani di Covid si era registrato proprio là e scattò subito un cordone sanitario per centinaia di persone con la polizia che bloccava l’uscita dal caseggiato». «Essendo anch’io brasiliana, quando fui chiamata ad occuparmi delle donne transessuali, pensai alla fama che nel nostro paese hanno di esercitare una certa robustezza di modi. Mi sbagliavo». L’aspetto più orrendo della loro condizione di vita è che debbano vivere tutte insieme in un ghetto diventato marchio di emarginazione Il racconto di ALBERTO GAINO NEL “LUNGO PERCORSO DEI DIRITTI” dei migranti la pandemia da Covid-19 ha creato ulteriori forti diseguaglianze. Come ci hanno raccontato, nel corso del Festival dell’accoglienza — per il...
Senza fissa dimora, migranti e trans: storie di covid e di ordinaria emarginazione
Alberto Gaino
Giornalista di lungo corso, collaboratore a “il manifesto” nei primi anni Settanta, dal 1981 cronista prima a “Stampa Sera”, poi a “La Stampa”, nella sua carriera si è occupato soprattutto di cronaca giudiziaria. Tra i suoi libri “Falsi di stampa: Eternit, Telekom Serbia, Stamina” (2014) e “Il manicomio dei bambini: Storie di istituzionalizzazione” (2017).