La traiettoria dell’attuale governo in continuità con quello precedente: la Linea Adriatica unitamente a quella decisa a Sorrento (fare del Sud l’Hub del gas) «consentirà all’Italia, grazie alla sua centralità nel Mediterraneo, di divenire un hub europeo del gas». Tradotto: ciò  significa che il gas che transiterà per la Sicilia per immetterlo nella dorsale Snam e quello che transiterà lungo l’Appennino sarà rivenduto all’estero (come già accade) e ciò gonfierà gli utili dei ” soliti noti”: Snam ed Eni e delle multinazionali del fossile. È ovvio che sia necessario assicurare le forniture al sistema energetico nazionale ma c’è anche la necessità di un moderno Piano energetico nazionale, orientato alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Occorre porre il ricorso alle rinnovabili come prevede il Pnrr con il 40% delle risorse destinate alla transizione energetica ed ecologica


L’intervento di ALESSIO LATTUCA, presidente Movimento per la sostenibilità

È DA TEMPO che da cittadino mi interrogo su cosa ci riserva il futuro e in che Paese soggetti forti del potere pubblico tendono a relegarci. Tanti indizi e tanti segnali fanno una prova e manifestano con plateale evidenza l’entità dei rapporti che legano i boiardi di stato (una razza pericolosa) con il potere politico . A tale proposito occorre rispolverare le affermazioni di Enrico Mattei, secondo cui queste compagnie erano abituate a considerare i mercati di consumo come riserve di caccia per la loro politica monopolistica e predatoria.

Le considerazioni espresse dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto, intervenuto alla Commissione Ambiente del Senato, hanno svelato la traiettoria dell’attuale governo in continuità con quello precedente: la Linea Adriatica unitamente a quella decisa a Sorrento (fare del Sud l’Hub del gas) «consentirà all’Italia, grazie alla sua centralità nel Mediterraneo, di divenire un hub europeo del gas». Tradotto: ciò  significa che il gas che transiterà per la Sicilia per immetterlo nella dorsale Snam e quello che transiterà lungo l’Appennino sarà rivenduto all’estero (come già accade) e ciò gonfierà gli utili dei ” soliti noti”: Snam ed Eni e delle multinazionali del fossile. 

Si squarcia il velo sulle motivazioni che sostenevano (e sostengono tutt’ora) la centralità e indispensabilità dell’opera, giudicata strategica con il “pretesto” dell’emergenza. È ovvio che sia necessario assicurare le forniture al sistema energetico nazionale e che sia altrettanto ovvia la necessità di un moderno Piano Energetico Nazionale, orientato alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Al centro occorre porre il ricorso alle rinnovabili come prevede il Pnrr che ha destinato il 40% delle risorse alla transizione energetica ed ecologica. 

Tutte le scelte adottate — comprese quelle che richiamano l’insufficienza della rete infrastrutturale fino ad asserire che la dorsale Snam sarebbe sottodimensionata — per assicurare l’aumento di capacità di trasporto per gli ulteriori quantitativi di gas naturale disponibili, mascherano i veri motivi e cioè la permanenza delle energie fossili e l’utilizzo dei contributi previsti dal Pnrr a questo scopo.

E rendono palese che è falso il cavillo che per essere indipendenti dai gas russi sia necessario un nuovo gasdotto. Nascondono anche il fatto che la realizzazione di tali impianti prevede l’abbattimento di milioni di alberi, l’alterazione della biodiversità naturale, la compromissione di aree archeologiche e del paesaggi, l’aumento del rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini, danni irreparabili alle attività economiche, come agricoltura e turismo: quindi l’impoverimento complessivo dei territori attraversati. Con il solo, noto, scopo di assicurare enormi profitti che finiranno nelle casse dei “soliti noti” i players delle fossili. Le stesse società (a partire di Eni, Enel, Snam) che, grazie alla guerra in Ucraina, hanno realizzato enormi extraprofitti a danno dei consumatori italiani e si rifiutano di pagare le minime percentuali stabilite dal governo Draghi.

Soggetti assertivi la cui tracotanza deriva dal fatto che mediante il disinvolto utilizzo del denaro pubblico gestiscono un immenso potere assegnato loro da politici complici, quasi meri esecutori al servizio di interessi, talvolta inconfessabili. Soggetti discutibili che trattano i territori come se fossero delle colonie da spolpare, e chi vi abita come se fossero sudditi che accettano passivamente qualsiasi cosa. Che costringono Enti, Comuni, Province, Regioni a scelte prevalentemente equivoche spesso in cambio di “ristori”, piuttosto che opporsi al saccheggio economico e territoriale. 

Sarebbe auspicabile che tutti i Comuni coinvolti in questo demenziale progetto si coalizzino per contrastarlo e ad agire in tutte le sedi per affermare il principio che la politica possa svolgere il suo compito primario: cioè quello di difendere e tutelare i diritti dei cittadini, del territorio e del futuro delle nuove generazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

È presidente di Confimpresa Euromed, amministratore delegato Confidi per l’impresa e direttore generale Cofidi Scrl. Imprenditore agrigentino, si batte da anni contro il rigassificatore di Porto Empedocle (sua città natale), che definisce un “progetto folle”, a pochi passi dalla Valle dei Templi, a ridosso della casa di Luigi Pirandello in contrada Kaos.