MICHEL CLAISE, IL giudice che sta indagando sul “Qatargate” a Bruxelles, «questa volta ha colpito duramente, mettendo in stato di fermo l’eurodeputata greca Eva Kaili sospettata di far parte di una rete pagata per difendere gli interessi del Paese ospitante dei Mondiali di calcio. La somma in contanti che aveva sequestrato in questo caso (1,5 milioni di euro) si aggiunge al bottino di caccia di chi già si chiamava “signor 100 milioni”, in riferimento alle somme riportate nelle casse del fisco nel corso della sua carriera.
«Il magistrato 66enne ha la pelle dura. Il terremoto politico provocato dalla vicenda ha costretto gli eurodeputati a reagire per riaffermare la propria onestà, e il Qatar a mostrare di cosa è capace per non essere messo da parte. Sottilmente velate le minacce di Doha, in risposta alla proposta di sospendere l’accesso del Qatar al Parlamento europeo: «Tale restrizione discriminatoria, limitando il dialogo e la cooperazione prima della fine del processo legale, avrà un effetto negativo sulla cooperazione regionale e globale in termini della sicurezza, nonché sulle discussioni in corso sulla scarsità e la sicurezza energetica globale», ha reagito domenica 18 dicembre un diplomatico del Qatar.
«Il giudice istruttore oggi più famoso d’Europa fu abbandonato da genitori troppo giovani, allevato dai nonni fornai ad Anderlecht, vicino a Bruxelles, con un’educazione severa, senza televisione, che lo costringe a dedicarsi ai libri. Dopo essersi immerso nella giurisprudenza presso la Libera Università di Bruxelles, è diventato avvocato, professione che ha esercitato per vent’anni. È stata la moglie a iscriverlo senza preavviso agli esami giudiziari».
Il ritratto completo di Jean-Baptiste François, pubblicato su “La Croix” del 19.12.2022, è al link che segue: https://www.la-croix.com/Monde/Qatargate-Michel-Claise-juge-belge-defie-puissants-2022-12-19-1201247240. — (rassegna stampa a cura di Toni Ferigo) © RIPRODUZIONE RISERVATA