Il Servizio Giardini comunali è stato ovunque depauperato dai grandi Comuni italiani e quasi dappertutto sostituito da servizi privati in appalto. I cui risultati sono parziali e in genere modesti perché scollegati da una visione lungimirante di un problema strategico anche per l’igiene pubblica. A Roma fu decapitato dalla Giunta Veltroni-Morassut, quindi molti anni fa. È un segmento fondamentale della specializzazione e della occupazione giovanile qualificata. Se il sindaco se ne facesse promotore acquisirebbe subito una statura straordinaria. È lui a dover tirare una riga sul recente passato
Il corsivo di VITTORIO EMILIANI

Il Servizio Giardini comunali è stato ovunque depauperato dai grandi Comuni italiani e quasi dappertutto sostituito da servizi privati in appalto. I cui risultati sono parziali e in genere modesti perché scollegati da una visione d’insieme di un problema strategico anche per l’igiene pubblica, a partire dagli arbusti delle siepi dei viali che possono attrarre le polveri tossiche a cominciare da quelle derivanti dal traffico di mezzi motorizzati non elettrici.

A Roma esso è stato decapitato dalla Giunta Veltroni-Morassut, quindi molti anni fa. Ma è quanto mai necessario ricostituirlo oggi coi nuovi pressanti problemi posti dalle epidemie, agevolate nella loro veloce diffusione dallo stato di generale degrado ambientale. È un segmento fondamentale della specializzazione e della occupazione giovanile qualificata. Se il sindaco Gualtieri se ne facesse promotore acquisirebbe subito una statura straordinaria. È lui a dover tirare una riga sul recente passato e inaugurare una fase nuova. Non assessori modesti per qualità e cultura specifica. A Roma la politica del verde pubblico deve ridiventare strategica. Un esempio per il Paese come fu all’inizio del Novecento. © RIPRODUZIONE RISERVATA