Impianti di trattamento dei rifiuti fuori uso o inadeguati, la raccolta differenziata ferma al palo, efficienza dell’Ama (l’azienda comunale per la gestione dei rifiuti) ulteriormente peggiorata, i tempi per la costruzione del tanto decantato termovalorizzatore slittano dal 2025 al 2028. A tre anni dalla nomina come “Commissario straordinario per prevenire criticità nella gestione dei rifiuti” il sindaco Gualtieri difficilmente potrà raddrizzare un quadro oggi desolante


◆ L’articolo di GIANFRANCO AMENDOLA

Fra meno di un anno, per il Giubileo sono attesi a Roma almeno 35 milioni di pellegrini. Ottima notizia per il turismo, ma per l’ambiente? Basta pensare all’enorme incremento di rifiuti che ci sarà, concentrato in periodi limitati. Chiunque vive a Roma sa bene che già oggi, senza Giubileo, molti quartieri sono così sporchi da essere veramente indegni di una città civile. Lo sa bene anche il governo che, proprio per questo, nel 2022 ha nominato il sindaco di Roma “Commissario Straordinario per prevenire criticità nella gestione dei rifiuti” nel Giubileo. 

E così il sindaco Gualtieri, ad agosto 2023, ha presentato un piano che prevede minore produzione di rifiuti con un abbattimento dell’8.3% in otto anni, aumento della differenziata, del riciclo e del recupero energetico, realizzazione di un sistema impiantistico integrato, incluso un termovalorizzatore da 600.000 tonnellate, per rendere autosufficiente il territorio; drastica riduzione del conferimento in discarica, abbattimento delle emissioni di gas serra, miglioramento dell’intero sistema della raccolta. In particolare, si prevede l’incremento del tasso di raccolta differenziata dal 45,2% attuale al 65% nel 2030 e al 70% nel 2035, tenendo conto, peraltro, che per il Centro Italia la media è del 59,2 mentre la media nazionale è del 63,0% e che, comunque, i rifiuti residui indifferenziati sono ancora 905.627 tonnellate, e cioè il 54,8% del totale.

Tutte misure che, evidentemente, devono essere rese operative, anche se progressivamente, al più presto. Purtroppo la situazione è esattamente opposta: secondo i dati disponibili, infatti, ad oggi la produzione di rifiuti, invece di diminuire è aumentata; la raccolta differenziata, invece di balzare in avanti, è rimasta sostanzialmente agli stessi livelli. In più, con l’incendio del dicembre 2023 che ha messo fuori uso l’impianto Tmb (trattamento meccanico-biologico) della soc. Giovi, è drasticamente diminuita l’impiantistica, già del tutto insufficiente, di supporto alla gestione dei rifiuti urbani. E, come se non bastasse, è ulteriormente peggiorata la efficienza dell’Ama (l’azienda comunale per la gestione dei rifiuti) come evidenziato dall’andamento dei procedimenti disciplinari al suo interno. Infine, quanto al tanto decantato termovalorizzatore, i tempi per la sua costruzione sono slittati dal 2025 al 2028.

Del resto, basta dare una rapida scorsa alle misure previste dal piano di Gualtieri per raggiungere i suoi obiettivi, per verificare che, a parte l’impiantistica, di concreto, c’è ben poco in quanto si tratta di una elencazione di (più o meno) buoni propositi, del tutto generici, senza alcuna precisazione delle azioni concrete e delle tappe temporali necessarie per conseguirli. Ad esempio, per l’opzione più rilevante — la riduzione dei rifiuti — si prevede di raggiungerla attraverso «l’informazione ai cittadini per promuovere la cultura ambientale, l’attivazione di sistemi premianti per chi riduce la produzione rifiuti, l’attivazione di metodi per la quantificazione accurata della produzione dei rifiuti e la stima degli effetti delle azioni di prevenzione, la riduzione degli imballaggi e della plastica monouso, la corretta gestione dei rifiuti derivanti da eventi pubblici e dai servizi di ristorazione scolastica, il contrasto allo spreco alimentare e la promozione dei Centri del Riuso e l’EcoRubrica». E le misure per l’incremento della raccolta differenziata non citano neppure espressamente quella indicata come basilare dalla Ue, e cioè la raccolta porta a porta che viene inclusa in una generica «riorganizzazione del modello di raccolta in accordo con le peculiarità territoriali».

In questo quadro desolante, l’unica cosa certa è che un anno non può essere assolutamente sufficiente per rimediare ed impedire, come aveva scritto il governo con la nomina di Gualtieri, “criticità” nella gestione dei rifiuti romani dopo l’avvento di almeno 35 milioni di pellegrini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal 1967 Pretore a Roma, inizia ad occuparsi di normativa ambientale dal 1970. Dal 1989 al 1994 parlamentare europeo, vice presidente della commissione per la protezione dell’ambiente. Dal 2000 al 2008 Procuratore aggiunto a Roma con delega ai reati ambientali, poi Procuratore della Repubblica a Civitavecchia fino al pensionamento (2015). Ha ricoperto numerosi incarichi pubblici partecipando a tutte le vicende che hanno visto nascere ed affermarsi il diritto dell'ambiente in Italia. Ha insegnato diritto penale dell’ambiente in varie Università scrivendo una ventina di libri fra cui “In nome del popolo inquinato” (7 edizioni). Attualmente fa parte del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare ed è docente di diritto penale ambientale presso le Università “La Sapienza” e Torvergata di Roma.