Ieri su Draghi tirava aria di “should i stay”. Oggi, primo giorno all’insegna delle schede bianche, saremmo sul “should i go”. Il condizionale è d’obbligo, come si dice nei talk show elettorali. Dunque Draghi “potrebbe andare”. Dove? Al Quirinale, of course. Ma attenzione: la canzone dei Clash dice anche: “If i go there will be trouble”, “se me ne vado ci saranno guai”. E in serata siamo al “should i stay”


Il colpo di tacco a spillo di DANIELA TAGLIAFICO

Copertina del singolo dei Clash con Ronald Reagan in primo piano

“SHOULD I STAY OR SHOULD I GO”? È stata niente meno che la banca americana d’affari Goldman Sachs a citare la celebre canzone dei Clash, gruppo rock degli anni 80. Lo ha fatto recentemente in un’analisi sulle vicende italiane, per dire che se Draghi al Quirinale rafforzerebbe l’ancoraggio dell’Italia all’Europa, è anche vero che la sua elezione scatenerebbe l’incertezza sul nuovo governo.

Ieri su Draghi tirava aria di “should i stay”. Oggi, primo giorno di votazioni all’insegna delle schede bianche, saremmo sul “should i go”. Il condizionale è d’obbligo, come si dice nei talk show elettorali, appena escono gli exit poll. Dunque Draghi “potrebbe andare”. Dove? Al Quirinale, of course. Ma attenzione: la canzone dei Clash dice anche: “If i go there will be trouble”, cioé “se me ne vado, ci saranno guai”. Infatti, in serata siamo tornati al “should i stay”. Perciò, non sbilanciamoci.

Intanto oggi un Salvini scatenato (Dio come gli piace fare il king maker)  ha incontrato mezzo mondo, a partire dal Presidente del Consiglio Draghi che a sua volta ha fatto cose e ha visto gente. La partita è intrecciata: l’elezione del capo dello Stato è vincolata al nuovo governo. La trattativa è doppia. Il che non significa che sia semplice, anzi. Resta il fatto che oggi, dopo stalli e meline, è esploso improvvisamente il dialogo tra gli schieramenti.

Gli scatoloni aperti pronti all’uso nell’ufficio del portavoce del Presidente Mattarella, Giovanni Grasso, al Palazzo del Quirinale

Lo spera caldamente il Presidente Mattarella che non sa più cosa fare per lanciare segnali, dopo la risposta alla lettera del piccolo Giosué (amore di bimbo, che lo ringrazia per quello che ha fatto e auspica un successore all’altezza), dopo l’inequivocabile immagine degli scatoloni del portavoce Grasso, dopo la foto del trasloco da Palermo alla casa romana (fateci caso: materasso a una piazza, imballato in plastica gialla). Niente: c’è ancora qualcuno che oggi lo invoca.

Insomma la settimana enigmistica che ci aspetta è decisamente interessante. Il suo quiz più semplice “unite i puntini” diventa roba da specialisti.

P.S. Oggi , per la prima volta, sono scesi i contagi Covid. Un bel segno del destino? © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Laureata a Torino in Scienze Politiche, allieva di Norberto Bobbio e Luigi Firpo, è giornalista dal 1982. Ha lavorato molti anni con Enzo Biagi, collaborando con lui alle trasmissioni su Raiuno. Si è occupata di politica estera e interna nella redazione del Tg1, introducendo per la prima volta il “colore” nei servizi politici, in una stagione televisiva ancora molto paludata e tradizionalista. Del Tg1 è stata per molti anni vicedirettrice. Si è dimessa nel 2004 per protesta contro la mancanza di pluralismo e l’invadenza del governo sulla linea editoriale. Nel maggio 2006, con l’elezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica, ha assunto l’incarico di direttrice di Rai Quirinale. Un’esperienza privilegiata che le ha permesso di maturare attenzione e sensibilità istituzionale. Il Presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza prima di “Cavaliere” poi di “Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana”. Il suo primo romanzo "Le coniugazioni del Potere", Mazzanti Editore.