Oggi parte Sanremo. Il treno speciale che porta i dirigenti Rai al Festival inalbererà le insegne di quella che una volta fu la grande azienda di Stato per la cultura, e che oggi produce solo idiozie in quantità industriale. Lo scopo? Si suppone che, al passar della tradotta Rai, il contado si rallegri, schioccando baci, come nei documentari Luce la folla al Duce, e che il tripudio sia ricambiato dai dignitari Rai magnanimamente affacciati ai finestrini, e raccontato, tappa su tappa, nei prossimi telegiornali

I due direttori generali della Rai e di Trenitalia, Giampaolo Rossi (a sinistra) e Luigi Corradi (a destra) danno il via al charter Frecciarossa

◆ Il commento di MAURIZIO MENICUCCI

In queste settimane, anche noi telespettatori italiani siamo bersagliati, ci si perdoni lo scorrettissimo paragone, da una terrificante gragnuola di servizi intesi a negare il declino economico ed etico dell’Italia e assuefarci ai barbarici obiettivi della destra, o meglio, di quella destra che rigurgita come una condanna dal nostro maldigerito passato. I contenuti dell’informazione pubblica sono la trasposizione letterale del programma politico di questa maggioranza: diffondere insicurezza; trasformare la legittima difesa in legittima offesa; revisionare la Costituzione e la Storia, ovviamente quella del fascismo e dintorni; demolire il concetto di solidarietà economica tra singoli, categorie di lavoratori e regioni, che sta alla base dello Stato democratico. 

Paolo Petrecca (in quota Fratelli d’Italia), direttore di Rainews 24 al timone della “all news” del servizio pubblico dal 18 novembre 2021, nominato su proposta dell’amministratore delegato Carlo Fuortes: comandavano ancora “i rossi”

Cornice indispensabile a tutto questo, proseguire nel progetto berlusconiano di rimbambimento catodico, che, ad esempio, suggerisce di spremere le teche fino all’ultimo Carosello, e di lasciare intere fasce orarie ostaggio di fatone arredate come tacchini psichedelici e modesti lavapiatti spacciati per raffinati maître à penser. 

Dentro la sfilata di veline immancabilmente ridicole, si staglia comunque, nelle ultime ore, una perla rara anche per l’impudico giornalettismo nazionale. Rainews 24 manda in onda un servizio nel quale una giovane collega, sprizzando tutta la gioia a cottimo di cui sono capaci i suoi tristi occhi da precaria o neoassunta, annuncia la partenza, da Roma, di un treno speciale, che porta i dirigenti Rai a Sanremo. Il convoglio, nelle sue parole, è «livreato». Dopo qualche secondo di apnea, lo spettatore comprende, sebbene a spanne: il mostro verbale — che odora da lontano di un testo scritto ai piani alti e mandato a memoria dalla sventurata neofita di perfide corvée iniziatiche — starebbe a indicare che il convoglio inalbera le insegne di quella che una volta fu la grande azienda di Stato per la cultura, e che oggi produce solo idiozie in quantità industriale. 

Lo scopo della «livreata»« supponiamo sia questo: che, al passar della tradotta Rai, il contado si rallegri, schioccando baci, come nei documentari Luce la folla al Duce, e che il tripudio sia ricambiato dai dignitari Rai magnanimamente affacciati ai finestrini, e raccontato, tappa su tappa, nei prossimi telegiornali. Ora, posto che solo individui del tutto privi di senso della misura e del buongusto trasformerebbero in notizia un evento del genere — ma il buon gusto, in tempi meloniani, è come l’ossigeno su Marte — la domanda è un’altra: perché, col nostro canone, oltre a farci prendere in giro a ogni tg, provare orgoglio a (tele)comando almeno due dozzine di volte al giorno, assistere al martirio linguistico di Jannick Sinner che biascica l’idioma di Dante come giocherebbe a pallamano, dobbiamo anche pagare la festante trasferta premio di una comitiva di dirigenti e funzionari? 

Una delle puntate della Prova del cuoco sulle reti Rai condotta da Elisa Isoardi, ex fidanzata di Matteo Salvini

Perché mai dovremmo assistere all’autocelebrazione di personaggi a corto permanente di idee, capaci di produrre soltanto pessime soap operas in stile veteroparaguagio, giochi a premi per esibizionisti ritardati, ricette della nonna di Mengele e, per fortuna una sola volta all’anno, il festival di Sanremo, che mette insieme e porta alla demente perfezione tutti i (de)generi fin qui elencati, oltre a far scempio di musica e testi? 

Va bene essere vittime riluttanti di questo scempio a mezzo audiovideo dell’intelligenza, ma, per pietà, non chiedete anche la nostra complicità. E se per caso, o per qualche residuo senso del ridicolo, voleste risparmiarci un po’ della spazzatura televisiva che ci somministrate, proporrei, nel segno di un sano e generoso pragmatismo, di cominciare proprio da quello che sarebbe un segno minimo di buona volontà: dimezzate le ore destinate alla cucina, o almeno non fate andare chi affetta le cipolle più in là dei suoi coltelli. Per favore, cessate il cuoco. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Inviato speciale per il telegiornale scientifico e tecnologico Leonardo e per i programmi Ambiente Italia e Mediterraneo della Rai, ha firmato reportage in Italia e all’estero, e ha lavorato per La Stampa, L’Europeo, Panorama, spaziando tra tecnologia, ambiente, scienze naturali, medicina, archeologia e paleoantropologia. Appassionato di mare, ha realizzato numerosi servizi subacquei per la Rai e per altre testate.