(Pikos) — Mai talk show ebbe nome più appropriato: Non è l’Arena. Senza scomodare le arene dei tempi dei gladiatori, quella di Giletti nella puntata dalla piazza Rossa di Mosca potrebbe essere paragonata alle arene dell’Alentejo che ospitano le tourade portoghesi, dove il toro non muore ma viene irriso e domato dal toureiro. 

Peccato che nessuno abbia avvertito la signora (si fa per dire), Maria Zakharova portavoce del potente ministro degli Esteri russo, il signor (anche per lui si fa per dire) Sergej Viktorovič Lavrov: quel “non” che contraddistingue a “non arena” di Giletti prevede che il toureiro sia il conduttore e il toro, di prassi, è l’ospite da stringere più o meno garbatamente all’angolo.

Maria Zakarova, portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov in trasmissione con Giletti

Fin dalle prime battute la signora-si-fa-per-dire Zakharova, guardandosi bene dal rispondere alle domande del conduttore, ha cominciato ad infilzarlo senza pietà dandogli sostanzialmente dello sprovveduto (nel migliore dei casi), se non del giornalista disinformato. E più Giletti col suo solito garbo la blandiva sperando di ricevere risposte concrete, magari sulle stragi russe di Bucha e Mariupol, più lei, infischiandosene della domanda, gli rispondeva dandogli del bambino: «lei semplifica troppo, i bambini parlano così», o peggio ancora del beota: «…lei parla come se fosse arrivato sul pianeta terra una settimana fa». 

Lo scempio era tale che lo stesso Alessandro Sallusti, che certamente tenero non è, ad un certo punto denunciando l’asservimento della trasmissione alla peggiore propaganda russa, si è alzato e se ne è andato. 

Preso tra due fuochi il “toureiro” Giletti, comprensibilmente provato, è svenuto in diretta. Non pensate male, non si è trattato di uno stratagemma per sfilarsi dagli spernacchiamenti della Zakharova, né di un colpo di scena per far alzare l’audience. È stato un vero e proprio mancamento dovuto, secondo la vittima, a un calo degli zuccheri. Più probabilmente a un calo di braghe, perché solo in quel momento il garbato conduttore ha capito che il suo “Non è l’arena”, era diventata una vera Arena e lui non ne era più il matador ma il toro deriso e coglionato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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