Foto di Roman Pilipey (4 marzo a Irpin’, Ucraina). Un padre aiuta moglie e figlio a lasciare la città in treno verso la capitale. Sotto il titolo foto di Daniel Leal (26 febbraio e il 3 marzo, Leopoli, Ucraina). Le Foto, sono tratte dal libro Photoansa 2022 Sono migliaia i bambini strappati ai genitori durante i rastrellamenti, porta a porta nei villaggi o rapiti da ospedali e orfanotrofi dell’Ucraina invasa dai soldati russi. Molti sono stati sottratti a famiglie molto povere, più facili da ingannare, promettendo salvezza, cibo e cure. “La deportazione è un crimine che nel tempo li segnerà profondamente” avverte Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva, cattedratica della Sapienza. Gli orrori della guerra sono raccontati – terribilmente – dalle sofferenze dei bambini. Uccisi anche deliberatamente, come si è appreso attraverso l’ammissione dei miliziani russi. O deportati. Considerati come un bottino di guerra L’inchiesta di ANNA MARIA SERSALE A BAKHMUT ARINA è una delle ultime bambine riuscita a scappare dopo che una granata è esplosa nel suo cortile. Gli White Angels l’hanno protetta con un giubbetto antiproiettile e un caschetto. Arina, in affidamento ai nonni, è stata fortunata perché i volontari sono riusciti a farle ritrovare la sua mamma. Per migliaia di altri bambini ucraini non è andata così. Sono stati prelevati dai soldati russi...

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Giornalista professionista, ha lavorato al “Messaggero” dal 1986 al 2010. Prima la “gavetta” in Cronaca di Roma, fondamentale palestra per fare esperienza e imparare il mestiere, scelto per passione. Si è occupata a lungo di degrado della città, con inchieste sugli abusi che hanno deturpato il centro storico. Dal 1997 ha lavorato alle Cronache italiane, con qualifica di vice caposervizio, continuando a scrivere. Un filo rosso attraversa la sua carriera professionale: scuola, università e ricerca per lei hanno sempre meritato attenzione, con servizi e numerose inchieste.