La locandina del film diretto da Scorsese con un cast stellare , solo al cinema

Il film racconta la storia vera della nazione Osage. Negli anni Venti, grazie al petrolio scoperto nella riserva, diventò la comunità più ricca degli Stati Uniti e probabilmente del mondo. Sulle sue terre attirò miriadi di bianchi pronti a depredarli con la complicità delle autorità e delle leggi. Un film che emoziona, indigna, e racconta i fatti meglio di qualsiasi saggio storico


◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI *

“Killers of the Flower Moon” è un film bellissimo, diretto da un maestro come Martin Scorsese con un terzetto di grandi attori come Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e Lily Gladstone. Questo è tutto quello che serve sapere per correre a vederlo nella sala più vicina e godersi ogni minuto delle sue tre ore e ventisei minuti. Ma se proprio volete i dettagli, eccoli.

Il film racconta la storia vera della nazione Osage, che negli anni Venti, grazie al petrolio scoperto nella riserva, diventò la comunità più ricca degli Stati Uniti e probabilmente del mondo. Questo attirò sulle terre degli Osage miriadi di bianchi pronti a depredarli con la complicità delle autorità e delle leggi. Una delle pratiche più diffuse era il matrimonio con le donne indiane, indebolite da una forma endemica di diabete, in modo da poterne ereditare i diritti minerari. E qualcuno, troppo impaziente, pensò di affrettare le cose dando inizio a una lunga catena di delitti.

Robert De Niro interpreta da par suo lo spregiudicato latifondista William Hale. L’affascinante Lily Gladstone, che tra l’altro è una vera nativa americana, è Molly. Ma il vero mattatore è un Leonardo DiCaprio in stato di grazia. Non c’è dubbio che la sua interpretazione di Ernest, un reduce di guerra non troppo sveglio, totalmente privo di scrupoli e tuttavia devoto alla moglie e ai figli, ne faccia il candidato naturale per il prossimo Oscar. Tra gli altri attori, tutti bravissimi, merita una citazione anche Jesse Plemons, l’agente dell’Fbi mandato ad investigare sugli omicidi.

A ottanta anni compiuti, Martin Scorsese continua a regalarci scene di grande impatto visivo. Quella iniziale degli indiani che danzano sotto una pioggia di petrolio basterebbe da sola a giustificare il prezzo del biglietto. Ma “Killers of the Flowers Moon” non è soltanto bello da vedere: è un film che emoziona, indigna, e racconta i lati oscuri degli Stati Uniti meglio di qualsiasi saggio storico. © RIPRODUZIONE RISERVATA

(*) L’autore dirige oltreilponte.org

Giornalista, già responsabile del telegiornale scientifico Leonardo su Rai 3. Ha due figlie, tre nipoti e un cane. Ama la vela, la montagna e gli scacchi. Cerca di mantenersi in funzione come le vecchie macchine fotografiche analogiche che colleziona, e dopo la pensione continua ad occuparsi di scienza, politica e cultura sul blog “Oltreilponte.org”.