Il prossimo anno si vota per il rinnovo del Parlamento dell’Unione europea. È diverso il sistema elettorale (proporzionale puro con soglia di sbarramento al 4%) rispetto alla consultazione nazionale, ma saranno diverse anche le motivazioni dell’elettorato italiano. Fino ad ora, anche per il voto europeo gli italiani si erano fatti per lo più convincere dalle urgenze di casa nostra. Adesso però, dopo il Covid e con la guerra in Ucraina, siamo diventati consapevoli del ruolo essenziale dell’Unione europea L’analisi di GIANLUCA VERONESI Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea PER SEMPLIFICARE (si fa per dire): la Lega fa parte della alleanza “Identità e democrazia”, con Marine Le Pen e l’estrema destra tedesca di “Alternative fur Deutschland”. Fratelli d’Italia aderisce a Ecr il gruppo europeo dei Conservatori (Paesi dell’Est) di cui Meloni è presidente. Infine Forza Italia è nel Ppe, partito popolare europeo. Non sono tutti schieramenti di destra. Il Ppe è un gruppo di centro. Infatti von der Leyen (sua candidata) è stata eletta da una maggioranza di centro sinistra. Questa è la formazione in cui – al momento – si presenterebbe la maggioranza di governo alle elezioni europee del prossimo giugno. E infatti, l’altro giorno nel salutarsi per le vacanze, i capigruppo di maggioranza hanno promesso alla premier lealtà e hanno giurato di proteggere la...

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Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.