La novità più importante è l’indicazione della quantità di zuccheri nei succhi di frutta e il divieto di utilizzare qualsiasi tipo di dolcificante aggiunto o edulcorante (naturale o artificiale) per compensare l’avvenuta riduzione di zuccheri. Per il miele l’obbligo è di apporre sull’etichetta il Paese in cui è stato raccolto; se i Paesi di provenienza sono diversi sarà necessario menzionarli in etichetta in ordine decrescente e in base alla proporzione che rappresentano nel prodotto finale. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, sono 13 milioni i cittadini in sovrappeso e 4 milioni gli obesi in Italia predisposti ad ammalarsi


◆ L’articolo di VITO AMENDOLARA, presidente Osservatorio Dieta Mediterranea 

È un regalo per l’anno nuovo, donato a tutti i consumatori, quello del Parlamento Europeo che ha approvato in seduta plenaria a Strasburgo la revisione delle direttive “sulla colazione”, in vigore da oltre 10 anni e ormai obsolete. Una colazione più sana, con succhi di frutta, marmellate e miele oltre che gelatine, prive di “intrugli“ e dotate finalmente di etichette che indicano la provenienza del prodotto primario contenuto nelle confezioni con l’obbligo di ridurre sensibilmente gli zuccheri.

Per il miele c’è l’obbligo di apporre sull’etichetta il Paese in cui è stato raccolto; se i Paesi di provenienza sono diversi sarà necessario menzionarli in etichetta in ordine decrescente e in base alla proporzione che rappresentano nel prodotto finale. Lo stesso vale per i succhi di frutta, le marmellate, le confetture e gelatine; per queste ultime viene consigliato, con l’obiettivo di ridurre la quantità di zuccheri liberi presenti, l’aumento in percentuale  del quantitativo di frutta contenuta nella confezione.

Ma l’elemento più importante è rappresentato dalla indicazione della quantità di zuccheri nei succhi di frutta; nei fatti è previsto che l’etichetta indichi che i prodotti contengono “solo zuccheri naturali” così come deve essere segnalata la dicitura: succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri. Altro elemento importante è rappresentato dal divieto di utilizzare qualsiasi tipo di dolcificante aggiunto o edulcorante, sia naturale che artificiale, per compensare la avvenuta riduzione di zuccheri. 

È un passo importante verso la concreta attuazione delle politiche comunitarie che ancora stentano a concretizzarsi, per garantire prodotti più sani e più sicuri per la salute umana. Nella enorme “bolla globale” del cibo è ancora molto forte il condizionamento delle multinazionali che, nel promuovere la loro ricca produzione di cibi ultra processati, esercitano una forte azione di lobbyng nei confronti dell’Unione Europea avvalorata spesso dalla scienza medica. Sono cibi che per essere resi “palatabili” necessitano di additivi ed edulcoranti, questi ultimi sono fattori coadiuvanti nella crescita dell’obesità, in particolare la stevia e l’aspartame, considerati dall’Oms dannosi per la salute. 

Sono 13 milioni i cittadini in sovrappeso e 4 milioni gli obesi in Italia, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, predisposti per la loro condizione a contrarre malattie non trasmissibili (diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie, cancro). Numeri sui quali riflettere per le conseguenze dannose che producono sia in termini economici sia, ancor più gravemente, per il numero di vite umane che vengono mietute ogni anno: si stimano oltre 200 mila morti l’anno in Italia, con un costo pari al 75% della spesa sanitaria. Dati raccapriccianti che dovrebbero imporci “l’obbligo” di acquisire più consapevolezza nel nostro approccio al cibo. Facendo tesoro di un aforisma del grande filosofo Arthur Schopenhauer: “La salute non è tutto ma senza la salute il tutto è niente”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Delegato confederale Coldiretti di Bari, precedentemente con lo stesso incarico a Reggio Emilia. Già direttore regionale della Coldiretti Campania, è attualmente presidente dell’Osservatorio Dieta Mediterranea e vicepresidente della “Federazione europea sulla sicurezza sanitaria e sicurezza animale”, con delega alla sicurezza alimentare. È componente dell'Advisor Board della European Lifestyle Medicine Organization di Ginevra. Docente a contratto presso le università Parthenope e Federico II di Napoli. Giornalista pubblicista e accademico della Cucina italiana