L’Auditorium di Roma, disegnato da Renzo Piano è diventato un insostituibile polo culturale della Capitale. Pochi sanno che ha avuto una storia di aspettative e difficoltà: doveva sorgere già in epoca fascista, ma la guerra costrinse ad abbandonare il progetto. Quando finalmente iniziarono i lavori nell’Italia repubblicana, un prezioso ritrovamento archeologico, come molto spesso avviene a Roma, rallentò le operazioni di scavo e poi di costruzione. Ora i reperti di quello straordinario ritrovamento sono esposti in un piccolo museo (per chi fosse interessato a visitarlo: prenotazione obbligatoria allo 06 0608, ingresso gratuito)
◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI
► Ho fatto parte della Commissione preparatoria dell’Auditorium di Roma Capitale e ricordo bene l’impostazione che Renzo Piano aveva dato ai lavori preliminari. Tutto dovette essere rivisto dopo la scoperta in loco di un strato archeologico di età pre-romana. La scoperta non poteva non ritardare il corso dei lavori dovendo rispettare il vincolo archeologico posto su quella casa rustica dalla Soprintendenza e per essa da Adriano La Regina. Anche per questo imprevisto Roma ebbe il suo Auditorium (atteso fin dal 1938) con tanti anni di ritardo. Il concerto inaugurale diretto da Claudio Abbado sarebbe avvenuto poco prima della prematura morte del Maestro. Restava da risolvere l’annoso problema del collegamento veloce col centro storico e con altri quartieri di Roma.
La scoperta della fattoria o casa rustica di età pre-romana nell’area dove doveva sorgere il nuovo Auditorium comportò ovviamente ulteriori ritardi. Adriano la Regina soprintendente archeologico veniva chiamato il Signor No. Ma in questo caso aveva motivo di investigare. Renzo Piano progettista del nuovo Auditorium escogitò una serie di soluzioni, però nessuna poteva sciogliere quel nodo strategico. Sono situazioni che quando si scava a Roma possono presentarsi e spesso si presentano.
Finalmente si arrivò al giorno festoso della inaugurazione dell’Auditorium atteso dal 1938 quando i primi lavori erano stati interrotti per l’imminenza della seconda guerra mondiale. La soddisfazione per quella inaugurazione fu straordinaria: Roma poteva avere un complesso di sale da musica tale da soddisfare le esigenze della stagione sinfonica di Santa Cecilia, della stagione cameristica e di una cavea estiva per concerti. © RIPRODUZIONE RISERVATA