Nel 1980 ci ritrovammo in Valle d’Aosta per discutere su come fare un salto di qualità rispetto ai bollettini regionali dei Comitati per le scelte energetiche dando vita a “QualEnergia”, una rivista divenuta un solido riferimento per il mondo ambientalista. E i suoi articoli su “Italia Libera”, efficaci e taglienti, hanno rappresentato sempre un utile stimolo per tutti i lettori
◆ Il ricordo di GIANNI SILVESTRINI, direttore scientifico di Kyoto Club e “QualEnergia”
► Ci ha lasciati Massimo Scalia. Non riesco a crederci, la sua vitalità critica, i suoi contributi taglienti, la coerenza nell’impegno per una seria transizione energetica ci mancheranno. Massimo era una persona preparata, disponibile, ironica e radicale. Preparata sul fronte dell’evoluzione delle tecnologie nucleari come degli scenari energetici alternativi. Disponibile nell’affrontare lunghi viaggi per partecipare ad un convegno, per sostenere gli ambientalisti impegnati in una battaglia. Ironico; chi l’ha conosciuta ricorda l’efficacia delle sue battute fulminanti. Infine radicale, poco disponibile ai compromessi e tenace nell’impegno contro le multinazionali fossili.
Ricordo quando nel 1980 ci siamo incontrati in Val d’Aosta. Con Massimo e Gianni Mattioli discutemmo della necessità di fare un salto di qualità rispetto ai molti bollettini regionali dei Comitati per le scelte energetiche per arrivare ad una rivista nazionale. Così nacque QualEnergia che è diventato un riferimento per il mondo ambientalista. Recentemente i suoi contributi su Italia Libera, efficaci e taglienti, rappresentavano sempre un utile stimolo.
Ci mancherai moltissimo, caro Massimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA