Si avvicinano i trent’anni dalla strage di Capaci e di Via D’Amelio. Ogni città italiana dovrebbe avere una strada o una piazza intitolata a Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo, a Paolo Borsellino ed agli agenti che li scortavano, trucidati dalla mafia. Lanciata una petizione su Change.org


 L’articolo di ALESSANDRO MARTELLI

Le auto della scorta di Giovanni Falcone dopo l’esplosione a Capaci (Palermo) sull’autostrada A29 tra l’aeroporto di Punta Raisi e il capoluogo siciliano 

NON PENSO CHE sia necessario che ricordi qui chi erano Giovanni Falcone ed il suo collega ed amico d’infanzia Paolo Borsellino: i loro nomi dovrebbero essere ben noti a tutti gli italiani. Non posso, però, fare a meno di sottolineare che furono magistrati che dedicarono tutta la loro vita, senza alcuna paura, alla lotta contro la criminalità organizzata (in particolare contro Cosa Nostra) ed i suoi complici, anche molto potenti. Trenta anni fa, nel 1992, fu questo loro coraggio che li portò alla morte, per mano di Cosa Nostra: ciò accadde a Giovanni Falcone il 23 maggio, nei pressi di Capaci (in Comune di Isola delle Femmine, non lontano da Palermo), ed a Paolo Borsellino il 19 luglio, in Via D’Amelio, a Palermo.

La strage mafiosa di Capaci fu causata dall’esplosione telecomandata di una carica composta da tritolo, RDX (ciclotrimetilentrinitroammina) e nitrato d’ammonio (di potenza pari a 500 kg di tritolo), posta in un tunnel di scolo dell’acqua situato sotto un tratto dell’autostrada A29 (che collega l’aeroporto di Punta Raisi con Palermo). L’esplosione avvenne mentre vi passavano sopra, in tre auto, provenendo dall’aeroporto, Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo (pure lei magistrato, oltre che accademica) e gli agenti di scorta. Oltre a Giovanni  Falcone, perirono sua moglie e tre degli agenti (Vito SchifaniRocco Dicillo e Antonio Montinaro).

Via D’Amelio a Palermo dopo l’esplosione della 126 imbottita di tritolo davanti alla casa della madre di Paolo Borsellino [credit Fotogramma]
La strage mafiosa di Via d’Amelio, invece, avvenne sotto la casa della madre di Paolo Borsellino e fu causata dall’esplosione, al passaggio del giudice, di una Fiat 126 imbottita di tritolo, lì parcheggiata. In questa seconda strage persero la vita, oltre a Paolo Borsellino, cinque dei sei agenti di scorta (Agostino CatalanoEmanuela LoiVincenzo Li MuliWalter Eddie Cosina e Claudio Traina)

Per ricordare non solo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma anche Francesca Morvillo e gli agenti di scorta, pure essi assassinati dalla mafia nelle due stragi, alcune città italiane hanno già intitolato a loro vie, o piazze od importanti edifici ed in altre si confida che ciò avvenga presto: ad esempio a Reggio Calabria, come è richiesto in una petizione lanciata alcuni giorni fa dalla Signora Giusy Luvarà su change.org, che ha già raccolto oltre 2000 firme.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con la loro opera in vita ed il loro estremo sacrificio, hanno costituito un fulgido esempio di onestà, dedizione e coraggio nel combattere la malavita. Vedere a loro intitolate vie, piazze od importanti edifici, nel maggior numero possibile di città italiane, oltre a costituire un giusto riconoscimento alla loro memoria, ricorderà a tutti che il bene può esistere. A mio avviso, la richiesta di intitolare a Giovanni Falcone ed a Paolo Borsellino una via od una piazza a Reggio Calabria è da estendere al maggior numero possibile di altre città. E non dovrebbero essere dimenticati Francesca Morvillo e gli agenti di scorta periti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ingegnere, PhD. Membro della Commissione istruttoria per l’Autorizzazione integrata ambientale del ministero della Transizione ecologica, collaudatore di edifici con sistemi antisismici, vicepresidente dell’«Expert Committee of Ismi» (Cina). Già direttore del Centro Enea di Bologna e docente in varie università italiane e 2 cinesi. Autore o coautore di oltre 2.200 articoli e di 5 libri (fra cui, «Proteggersi dal Terremoto: le Moderne Tecnologie e Metodologie e la Nuova Normativa Sismica», 21mo Secolo, Milano, 2005). Relatore in numerosi convegni nazionali ed internazionali. Presidente fondatore dell’associazione nazionale “Gruppo di Lavoro Isolamento Sismico” ed internazionali “Anti-Seismic Systems International Society” ed “International Seismic Safety Organization”.