Col rosso basta qualche centimetro oltre la linea dello stop e zàcchete: da 41 a 168 euro di multa. Col giallo conviene fermarsi subito: i tre secondi fissati dalla Cassazione non sono sufficienti ad evitare la multa che scatta col rosso. In attesa che venga fissata una durata ragionevole — con un pannello del conto alla rovescia — meglio non azzardare. Per alcuni Comuni il photored, più che a garantire la sicurezza stradale, viene usato per far cassa al semaforo


Il codice in tasca di GIANFRANCO AMENDOLA

Oggi parliamo di photored e cioè di quei sistemi connessi all’impianto semaforico che, dal momento di accensione della luce rossa e per tutta la sua durata, rilevano il superamento della linea d’arresto fotografando la targa. Se questo accade, si possono verificare due ipotesi (art. 41 codice della strada): quella di chi, pur fermandosi, oltrepassa la linea dello stop anche solo di pochi centimetri con le ruote anteriori: comportamento del tutto abituale ai semafori romani specie da parte delle moto. E quella, più grave, di chi, oltrepassata la linea di stop, prosegue nella marcia attraversando l’incrocio. Violazioni punite con sanzione da € 41 a € 168 (+ decurtazione di due punti patente) per il semplice superamento — attenzione: alcuni Comuni contestano sempre la ipotesi più grave —, mentre il passaggio con semaforo rosso comporta sanzione da € 163 a € 646 (+ decurtazione di sei punti patente). Il costo dell’infrazione aumenta di 1/3 se viene commessa in orario notturno, dalle 22 alle 7. 

Attenzione, quindi, a non superare le strisce di stop ai semafori. Ma attenzione anche ad attraversare con il giallo. L’esperienza di molti Comuni che hanno da tempo installato i photored, infatti, insegna che spesso i semafori presidiati da questi dispositivi passano molto rapidamente dal verde al rosso con un intervallo brevissimo per il giallo. Il codice della strada prevede, in proposito, che, se il guidatore viene a trovarsi in prossimità dell’incrocio al momento dell’accensione della luce gialla, deve fermarsi prima della linea di arresto. Tuttavia, se non può arrestarsi in sicurezza, cioè senza recare intralcio alla circolazione, deve sgomberare l’area di intersezione il prima possibile, adoperando l’opportuna prudenza. Per accertare l’infrazione, il photored scatta, quindi, due foto: la prima, quando il veicolo si trova oltre la striscia d’arresto a semaforo rosso, la seconda, invece, quando il veicolo si trova all’incirca al centro dell’incrocio. Insomma, con il giallo bisogna fermarsi subito altrimenti si rischia la sanzione prevista per il passaggio con il rosso. 

Ma quanto deve durare il giallo? Purtroppo, questo il codice non lo dice. Tuttavia, il ministero dei Trasporti con l’avallo della Cassazione, ha fissato (con un limite di velocità di 50km/h) in tre secondi la durata minima della luce gialla, ritenendo che ciò consenta al conducente un sufficiente tempo di reazione. Ma l’esperienza insegna che spesso tre secondi non sono affatto sufficienti a consentire il superamento dell’incrocio quando già si è iniziato ad impegnarlo, specie se l’incrocio è largo e specie se c’è traffico lento o stagnante. E sappiamo tutti che, per esempio a Roma, capita molto spesso di incappare nel giallo quando già si è impegnato l’incrocio ma siamo costretti a frenare per la presenza di altre auto o di pedoni, biciclette, monopattini e simili; per cui scatta il rosso e restiamo dopo la linea di stop per un tempo ben superiore ai tre secondi. E sappiamo anche che, se, con il verde, ci fermiamo prima dell’attraversamento perché l’incrocio non è sgombro, non solo saremo sommersi dalle imprecazioni ma saremo anche superati in tromba da miriadi di moto o auto che si infilano dovunque. Tanto è vero che, a causa delle numerosissime proteste, in alcuni Comuni sono stati installati, accanto al photored, anche dei visori che, con conto alla rovescia, indicano quanti secondi mancano per passare dal verde al giallo e al rosso.

Conclusione: prima di installare i photored bisognerebbe stabilire, al di là del minimo dei tre secondi, una durata ragionevole (caso per caso) per il giallo e collocare anche, in modo ben visibile, i pannelli con il conto alla rovescia. Ma, soprattutto, è importante non lasciare tutto alle macchine e pretendere anche la presenza dei vigili: solo un “umano”, del resto può stabilire, caso per caso, se siamo passati con il giallo perché siamo indisciplinati o per evitare pericoli maggiori. Altrimenti si potrebbe pensare che questi photored vengano impiegati non solo per garantire la sicurezza ma anche e soprattutto per incrementare le entrate dei Comuni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal 1967 Pretore a Roma, inizia ad occuparsi di normativa ambientale dal 1970. Dal 1989 al 1994 parlamentare europeo, vice presidente della commissione per la protezione dell’ambiente. Dal 2000 al 2008 Procuratore aggiunto a Roma con delega ai reati ambientali, poi Procuratore della Repubblica a Civitavecchia fino al pensionamento (2015). Ha ricoperto numerosi incarichi pubblici partecipando a tutte le vicende che hanno visto nascere ed affermarsi il diritto dell'ambiente in Italia. Ha insegnato diritto penale dell’ambiente in varie Università scrivendo una ventina di libri fra cui “In nome del popolo inquinato” (7 edizioni). Attualmente fa parte del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare ed è docente di diritto penale ambientale presso le Università “La Sapienza” e Torvergata di Roma.