Le forze politiche in forma di partito, più o meno movimentista, ci sono ancora e lavorano a formare un’opinione pubblica. Da anni in Italia si insegue la chimera di un movimentismo a tutto campo, con filoni tradizionali — quello comunista — sfibratisi per strada, per non aver voluto, cocciutamente, seguire la via europea delle socialdemocrazie (guardate per decenni come il demonio tentatore). Meglio nulla? Meglio ora? Un governo sull’asse Spd-Verdi potrebbe facilitare anche i rapporti di cooperazione con un’Italia che dovrà pur ritrovare la strada di una sua razionalità costituzionale


Il commento di VITTORIO EMILIANI / Anticipazione

Elezioni federali del 26 settembre 2021 [credit AP Photo/Markus Schreiber]
LE ELEZIONI GENERALI nella vicina e potente Germania dopo la lunghissima “era Merkel” ci hanno lasciato una impressione particolarmente forte, intensa. Le forze politiche in forma di partito, più o meno movimentista, ci sono ancora, lavorano ancora a formare una opinione pubblica, fra giovani e meno giovani. Un dato che da noi si è perduto da anni inseguendo la chimera di un movimentismo a tutto campo, con filoni tradizionali — quello comunista — sfibratisi per strada, per non aver voluto, cocciutamente, seguire la via europea delle socialdemocrazie (guardate per decenni dai comunisti come il demonio tentatore). Meglio nulla? Meglio ora? Ma torniamo oltre frontiera dove assistiamo ad un ordine costituzionale ben lontano dalla nostra insopportabile arlecchinata di Regioni a statuto speciale, o specialissimo (la Sicilia), senza ragioni sostanziali e a Governatori che fanno una “loro” politica autonomamente (anche in materia di vaccini e di vaccinazioni), con il governo centrale che cerca come può di seguire e far seguire una strategia nazionale. Come prevede nelle emergenze la lungimirante Costituzione del 1947.

Pur dopo il lungo regno (per alcuni versi discutibile) di Angela Merkel, la Germania ha ritrovato per queste elezioni alcune poche forze politiche in grado di dettare una linea: i socialdemocratici della Spd tornati dopo anni a quote di elettorato maggioritarie, i democristiani della Cdu nettamente in regresso dopo decenni, i Verdi che hanno contato in passato leaders di valore europeo e, pur non registrando la valanga di voti delle Europee del 2019 (20,53%), risultano decisivi con il loro 14,75% per le varie combinazioni di governo, i liberali, meno pragmatici del passato e però importanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Il commento integrale di Vittorio Emiliani uscirà nel fine settimana sul primo numero di ottobre del nostro magazine quindicinale che sarà distribuito nelle edicole digitali AppleStore, GooglePlay e AppGallery Huawei

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.