Caro direttore,

il ricordo di Massimo Scalia non può scomparire dalla mente di chi, come me, lo ha avuto come sostegno insostituibile nella lotta, anzi nelle lotte, contro  la riproposizione, da parte di vari governi, dell’energia nucleare. Egli è stato il padre nobile e indimenticabile, con gli indimenticabili Alfredo Petteruti e Marcantonio Tibaldi, che ci ha sempre affiancati, sia nelle denunce degli impatti della radioattività causati dalla centrale nucleare del Garigliano, sia nei relativi convegni, sia nelle campagne referendarie del 1987 e del 2011. Con lui, come binomio inscindibile, Gianni Mattioli. 

Persona di rara onestà intellettuale, di rara competenza. Ci ha sostenuto sempre, senza mai interrompere i contatti diretti con noi del Circolo Legambiente “Alfredo Petteruti” di Sessa Aurunca, anche quando è stato presidente della Commissione bicamerale contro le ecomafie dei rifiuti. Durante questo impegno rimarcò la inidoneità del sito sul quale era stata costruita la centrale, relazione che conservo tra i miei documenti, ma di cui non si è tenuto conto, quando, accanto ad essa, il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) nel 1988 programmò la installazione di una centrale turbogas a ciclo combinato o, ancora oggi, Sogin ipotizza di costruire nello stesso sito, nuovi impianti nucleari. 

Tutti  i soci del Circolo Legambiente di Sessa Aurunca rimpiangono questo grande fisico e maestro, mai stanco di cercare e divulgare la verità scientifica e gli inganni di certa politica. Grazie Massimo, per esserci stato e per esserci ancora nella mente di chi si appresta ad affrontare nuove lotte contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili.

— Giulia Casella, Circolo Legambiente “Alfredo Petteruti” (Sessa Aurunca, Caserta)

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