L’ultimo Rapporto sulle energie rinnovabili del Politecnico di Milano evidenzia che il ritmo di installazione di nuovi impianti è troppo lento. In ballo ci sono anche tra 300mila e 400mila nuovi occupati nei settori green della produzione energetica

ROM 23 MAG.2023 (Red) — «L’elettrificazione dei consumi corre, e porterà al raddoppio del fabbisogno elettrico (+126%) entro il 2050» ma, come dice la canzone, ‘Noi non ci saremo’. Infatti, secondo il Rapporto sulle Energie Rinnovabili (Rer) del Politecnico di Milano, il ritmo di installazione di nuovi impianti è troppo lento e, se non cambia, ci farà restare indietro rispetto agli obiettivi Fit-for-55 e, ancor di più, rispetto al target di RepowerEu. Certo, servono investimenti tra i 43 e 68 miliardi di euro, che però, oltre al raggiungimento degli obiettivi energia-clima con una riduzione tra i 39 e 51 milioni di tonnellate di Co2, genererebbero tra i 310.000 e i 410.000 nuovi posti di lavoro (ANSA/DR 2023-05-22 13:26 S0A QBXB ECO).

Per Davide Chiaroni, professore di Strategy & Marketing, co-fondatore e vice-direttore dell’Energy & Strategist group della Buisiness School del Politecnico di Milano, «Senza un’accelerazione, al 2030 avremo una copertura del fabbisogno elettrico da rinnovabili di solo il 34%, ben al di sotto del minimo richiesto (65%). Quello che manca sono soprattutto i grandi impianti, il ritardo con cui avanziamo ci ha impedito anche di sfruttare l’effetto calmierante delle Fer (Fonti energie rinnovabili) sul prezzo dell’elettricità salito alle stelle».
“Sì, te lo faccio vedere io RepowerEu” ha sghignazzato Descalzi, El ceo di Eni, mentre buttava alle fiamme il Rapporto. “Qui, Sinistra o Destra, eseguono tutti i miei ordini, anche con zelo – l’hanno sentito dire. E, guarda un po’, sono sparite anche le buone intenzioni sulla riduzione dei Sad (Sussidi Ambientalmente Dannosi), quei 20 miliardi e passa di euro all’anno profusi perché produttori e trasportatori non abbandonino mai i combustibili fossili”.
Ha svicolato mentre dalla Romagna si levava accorata la voce dei disastrati di non aggiungere alla catastrofe, annunciata, delle esondazioni, il persistere sul demenziale progetto Ccs (Carbon Capture & Storage), proprio nella martoriata Ravenna. Ed è sembrato che rimuginasse: “Non bisogna guardare in faccia a nessuno, i profitti valgono pure qualche vita umana”. E mentre Bonaccini cercava goffamente di nascondere il premio “Consumasuolo”, che gli è stato assegnato per la terza volta dalla giuria “Cementech”, un po’ indietro Salvini acconsentiva: “Sì, sì è come per il ponte sullo Stretto”. “Ehi, pirla, guarda che il ponte è tutta spesa pubblica, quali profitti!” e qualcuno giura che fosse la voce di un esasperato Giorgetti. (m.s.)