Il nucleare è rannicchiato da anni sotto il 2% dei consumi finali di energia

Impreciso e confusionario come sempre, Cingolani biascica di IV generazione dei reattori nucleari «senza uranio arricchito e acqua pesante», per di più «a costo basso». Nessuno dei sei reattori proposti da Generation IV International Forum (Gif), tre “veloci” e tre “termici” (gli stessi di venti anni fa), corrisponde a quanto afferma il ministro. I progetti di reattori “a sicurezza intrinseca” sono scomparsi, intanto, dai radar e la Fisica ha abbandonato il campo agli ingegneri. Quattordici anni fa Carlo Rubbia fu molto chiaro: «Il nucleare classico, compreso quello di quarta generazione, non può aspirare a una diffusione su larga scala»


Il corsivo di MASSIMO SCALIA, fisico matematico

ODDIO COM’È ripetitivo Cingolani! Ha la fissa del nucleare e ammonisce, soprattutto gli ambientalisti “radical chic” (ma chi parla più così?): «Se non guardate i numeri rischiate di farvi male come mai successo in precedenza». Il ministro, che non ha ancora capito che lo sconvolgimento climatico si abbatte drammaticamente su tutti, di quali numeri sta parlando? È vero che dobbiamo realizzare — in tutto il mondo e pure in fretta — un formidabile spostamento verso gli impieghi dell’elettricità in tutti i settori di consumo. Ma il nucleare è lì rannicchiato da anni sotto il 2% dei consumi finali d’energia, superato alla grande dall’idroelettrico e nel 2020 anche dalle rinnovabili (3100 TWh vs 2750 TWh). Già, ma c’è la IV generazione! 

Componente di un prototipo di mini reattore nucleare [credit Ansa]
Impreciso e confusionario come sempre, Cingolani biascica di IV generazione «senza uranio arricchito e acqua pesante», per di più «a costo basso». Perché non è andato a dare un’occhiata alla pagina online del Generation IV International Forum (Gif)? Nessuno dei sei reattori lì proposti, tre “veloci” e tre “termici” e peraltro gli stessi di venti anni fa quando il Gif nacque, corrisponde alle fanfaluche del ministro. «A costo basso»? Sì, come la mitica generazione III “plus”, quella che Sarkozy voleva rifilare all’ingenuo Berlusconi e fortunatamente fermati in Italia dal “popolo sovrano” (referendum 2011), il cui esercizio, previsto per il 2012 a Flamanville (Francia), ancora non decolla, e con una quintuplicazione, al 2018, dei costi! Figuriamoci la IV generazione, per la commercializzazione della quale il Gif vaticina, senza vergogna, il 2030. Beh, bisogna avere un po’ di compassione per i pii desideri di un settore che già nel 1986 fu proclamato da Forbes come il più clamoroso fallimento industriale degli Usa.

Carlo Rubbia riprese — ovviamente con più autorevolezza — la critica di fondo al nucleare, del quale la Fisica si è disinteressata da quando, sessanta anni fa, è divenuto materia per ingegneri: la necessità di un ripensamento generale della Fisica del reattore perché a garantire la sicurezza siano gli stessi principi fisici di funzionamento. Così si predicava per i reattori “a sicurezza intrinseca” — chi ne parla più? — come quello progettato qui da noi da quel galantuomo, competente, di Maurizio Cumo. Ma senza successo di attenzione. Per questo Rubbia affermava: «Il nucleare classico, compreso quello di quarta generazione, non può aspirare a una diffusione su larga scala» (La Repubblica, 30 maggio 2007). Un altro radical chic, mentre Cingolani continua col suo tic nucleare a un livello tale da far sembrare quel letterato di Umberto Minopoli, presidente dell’Ain (Associazione italiana nucleare), come un Nobel candidato per la Fisica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scienziato e politico, leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente. Primo firmatario, con Alex Langer, dell’appello (1984) per Liste Verdi nazionali. Alla Camera per i Verdi (1987-2001) ha portato a compimento la chiusura del nucleare, le leggi su rinnovabili e risparmio energetico, la legge sul bando dell’amianto. Presidente delle due prime Commissioni d’inchiesta sui rifiuti (“Ecomafie”): traffici illeciti nazionali e internazionali; waste connection (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin); gestione delle scorie nucleari. Tra gli ispiratori della Green Economy, è stato a fianco della ribellione di Scanzano (2003) e consulente scientifico nelle azioni contro la centrale di Porto Tolle e il carbone dell’Enel (2011-14). Co-presidente del Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco (2005-14). Tra i padri dell’ambientalismo scientifico, suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020) (https://www.researchgate.net/profile/Massimo-Scalia)