NELLO STESSO GIORNO in cui veniva presentato lo studio, si fa per dire, Ambrosetti-Eni: ‘Proposal for a Zero Carbon technology roadmap’ su una decarbonizzazione al 2050 a colpi di nucleare e Ccs (Carbon Capture and Storage) — provocando l’orgasmo, ancorché in sandali e saio, di Pichetto Fratin, tardivo emulo del suo non rimpianto predecessore — Francesco Starace, ceo dell’Enel, annunciava il via dei lavori di “3Sun Gigafactory. Si tratta di un potenziamento della fabbrica dell’Enel già operante a Catania dal 2010. I 600 milioni di investimento serviranno non solo ad ampliare la produzione quantitativa ma all’innovazione per conseguire un 30% in più di rendimento dei pannelli. E attiveranno 900 posti di lavoro diretti e 1000 indiretti. Un progetto che Enel condividerà con un partner e che “sarà un modello da esportare in Europa”. La responsabile della Direzione Energia della Ue, Juul Jergensen, ha rilevato che il progetto trasformerà la Sicilia in leader della tecnologia solare ad alto valore aggiunto, e ha anche affermato che «aprirà un corridoio internazionale per l’energia pulita da cui non solo l’Italia, ma anche l’Europa potrà beneficiare». Letta la notizia, la premier ha convocato a Palazzo Chigi il Mascellone, che, non ancora ripreso dal colpo realizzato dall’Enel, si è presentato farfugliando “Ccs”, “IV generazione”, e l’ha apostrofato: “Qui l’hub energetico se lo fa l’Enel, ma di energia pulita, non per il gas! I limoni di Goethe che ti ricordavo, se non la smetti di proporre minchiate e roba vecchia, …” concludendo la frase con un gesto eloquente. Salvini, in un angolo, ripeteva con occhio spento a un commesso, che aveva scambiato per un diplomatico: “Corridoio internazionale dalla Sicilia? Ma allora ci vuole il ponte sullo Stretto”. — (m. s.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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