Nonostante il battage pubblicitario, nessuna novità sostanziale dalla trasmissione messa in onda ieri sera su La7. Né su chi ha comandato il plotone di esecuzione, né sull’oro di Dongo


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

Aldo Cazzullo ha avuto a questo punto della storia la possibilità di fruire sulla fine di Mussolini di materiali di indagine storiografica poco o niente conosciuti. Ma non mi pare che abbia messo in onda dopo il battage dei giorni scorsi fatti o aspetti inediti sugli ultimi giorni dell’ex Duce e sulla sua fine a Giulino di Mezzegra. Non ha svelato chi abbia realmente comandato il plotone di esecuzione (il colonnello Valerio, si sa, fu una invenzione di quei giorni), non ha neppure detto che la decisione di passare praticamente subito per le armi Mussolini era già stata presa dal Clnai (Comitato di liberazione nazionale Alta Italia) per evitare che gli Alleati anglo-americani volessero fargli un processo tipo Norimberga. Insomma novità sostanziali non sono venute, ripeto, da questa inchiesta televisiva – che pure aveva fruito di un eccezionale lancio pubblicitario – malgrado la riconosciuta abilità dell’autore. Né ha fatto emergere novità eclatanti sull’oro di Dongo pur avendogli dato grande risalto. Un appuntamento mancato? A noi onestamente sembra di sì. Largamente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.