Si entrava da una porta a vetri che faceva squillare un campanello. «Serviva all’oste che era un poco sordo, sordo di guerra, gli serviva il trillo per sapere dalla cucina che era entrato qualcuno. Suonava anche all’uscita, dietro ai saluti. All’osteria si salutava, ognuno tutti gli altri, entrando, uscendo. Oggi si fa senza gli osti...

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La mia scuola è stata la fabbrica, la Flm prima, la Fiom e la Cgil poi, in un percorso che mi ha permesso di sperimentare sul campo la comunicazione e il giornalismo. Mi sono anche cimentato nell’organizzazione di eventi con mostre e concerti, in particolare a Torino. In questa città nel 1996 ho promosso il “Premio Cipputi” insieme ad Altan all’interno del “Torino Film Festival”. Il Premio continua a vivere ora nel capoluogo emiliano-romagnolo organizzato insieme alla Cineteca di Bologna. L’approdo alla comunicazione istituzionale è stato il proseguimento del percorso precedente, tenendo al centro del mio impegno le tematiche legate al lavoro, al sociale e all’economia. Ultimo ma non ultimo coltivo una passione inestinguibile per l’enogastronomia, attività che svolgo a tavola e sulla stampa.