Si entrava da una porta a vetri che faceva squillare un campanello. «Serviva all’oste che era un poco sordo, sordo di guerra, gli serviva il trillo per sapere dalla cucina che era entrato qualcuno. Suonava anche all’uscita, dietro ai saluti. All’osteria si salutava, ognuno tutti gli altri, entrando, uscendo. Oggi si fa senza gli osti e i saluti». Difficile oggi vedere uno che prima di sedersi fa il giro dei tavoli a scambiare una parola. Erri De Luca: «Quella era la mia seconda patria e dava sui binari del tram. La tovaglia era di carta e permetteva di scriverci su i conti della partita a carte, firmare un saluto da spedire in prigione» L’articolo di COSIMO TORLO Manifestazione di Lotta Continua nel 1973 CI SONO LUOGHI dove respiri una storia finita, posti dove si sono incontrate molte vite, belle e dannate, Erri De Luca con la sua prosa asciutta ci ha proposto in un suo scritto i ricordi di un quartiere di Roma, San Lorenzo. Io allora ero giovane e stavo a Torino, ma gli echi di quel che avveniva a Roma ci arrivavano forti e chiari, facevo parte anche io della sinistra rivoluzionaria, di un gruppo più piccolo e moderato, Avanguardia Operaia/Democrazia Proletaria. Nella Capitale dominavano Lotta Continua e Potere...

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La mia scuola è stata la fabbrica, la Flm prima, la Fiom e la Cgil poi, in un percorso che mi ha permesso di sperimentare sul campo la comunicazione e il giornalismo. Mi sono anche cimentato nell’organizzazione di eventi con mostre e concerti, in particolare a Torino. In questa città nel 1996 ho promosso il “Premio Cipputi” insieme ad Altan all’interno del “Torino Film Festival”. Il Premio continua a vivere ora nel capoluogo emiliano-romagnolo organizzato insieme alla Cineteca di Bologna. L’approdo alla comunicazione istituzionale è stato il proseguimento del percorso precedente, tenendo al centro del mio impegno le tematiche legate al lavoro, al sociale e all’economia. Ultimo ma non ultimo coltivo una passione inestinguibile per l’enogastronomia, attività che svolgo a tavola e sulla stampa.