Si calcola che i cittadini dell’Unione Europea posseggano più di 72 milioni di cani e oltre 83 milioni di gatti. Un formidabile mercato, soprattutto per l’indotto (cibo per animali, veterinari, e servizi vari, perfino abbigliamento) ma che per il solo allevamento e vendita dei cuccioli varrebbe un miliardo e trecento milioni. Questo comporta un fiorente commercio illegale, che rappresenta un pericolo per tutti, considerando che senza controlli gli animali destinati a vivere in casa diventano veicolo di infezioni, e potenziale minaccia anche per la diffusione di eventuali nuove forme di virus. La Commissione europea ha approvato recentemente un Regolamento che dovrà essere recepito dagli Stati membri e che introdurrà necessarie tutele


◆ L’analisi di GIORGIO DE ROSSI

Il 7 dicembre 2023 la Commissione Europea ha emanato il Regolamento – Com (2023) 769 − volto al benessere dei cani e dei gatti e alla loro tracciabilità. Detta normativa entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, ma si applicherà a partire dai 2 anni successivi alla data di vigenza. Esso è obbligatorio in tutti i suoi elementi e sarà direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri. In Europa circa il 44% di tutte le famiglie possiede un animale da compagnia ed oltre il 90% è rappresentato da cani e gatti. I nostri cari pelosetti sono nel cuore dei cittadini dell’Ue i quali possiedono più di 72 milioni di cani e più di 83 milioni di gatti.

L’allevamento e la vendita di cani e gatti all’interno dell’Ue è un settore economico redditizio, valutato annualmente in oltre un miliardo e trecento milioni di euro. La stessa Commissione, in un recente rapporto sul commercio illegale di animali domestici, ha sostenuto che le attività fraudolente in questo campo non solo danneggiano le dinamiche economiche del settore, ma pongono soprattutto a repentaglio la salute ed il benessere degli animali e destano, altresì, forti preoccupazioni circa la salvaguardia della salute pubblica contro le malattie zoonotiche, che si manifestano attraverso infezioni trasmissibili tra gli animali e l’uomo. La propensione alle frodi nel commercio di cani e gatti deriva da una combinazione di diversi fattori. Innanzitutto, i prezzi elevati e la domanda sempre crescente di animali da compagnia creano un forte incentivo finanziario per operatori senza scrupoli. Ciò viene ulteriormente alimentato dalla relativa facilità di ottenere a buon mercato elevate quantità di animali provenienti da fonti dubbie. Tali fattori, se abbinati con le modeste sanzioni comminabili nei confronti di coloro che sono coinvolti in attività fraudolente e con le carenze normative esistenti nel settore, indeboliscono notevolmente la deterrenza. Oltre alle predette motivazioni, la mancanza di informazioni prontamente disponibili e di concrete garanzie aggravano il problema e lasciano i potenziali acquirenti disinformati e vulnerabili a pratiche ingannevoli.

La principale linea di difesa contro l’afflusso di animali illegali nell’Ue è proprio ai suoi confini. I trasporti commerciali, compresi quelli che introducono cani e gatti, devono passare attraverso i Posti di Controllo Frontalieri (Pcf), Uffici periferici del ministero della Salute, autorizzati ad effettuare approfonditi controlli veterinari su animali vivi, prodotti di origine animale, alimenti e mangimi di origine vegetale da Paesi Extra Ue. In questi valichi di frontiera, la documentazione viene esaminata attentamente ed i potenziali rischi, come i problemi di salute, il contrabbando e l’evasione fiscale sono attentamente monitorati. Di frequente le tasse vengono aggirate dai truffatori nei casi in cui il movimento commerciale viene mascherato da viaggi privati e non dichiarato. Un trasporto illegale di cani è stato di recente scoperto durante un controllo stradale in Germania. Una parte significativa di commercianti, infatti, abusa della legislazione Ue sui viaggi degli animali domestici condotti al seguito dei proprietari al fine di nascondere le loro illegittime attività. 

Ecco perché la cooperazione con le agenzie nazionali responsabili dell’applicazione delle leggi fiscali e delle indagini sull’elusione fiscale è fondamentale per individuare il traffico degli animali domestici e renderlo finanziariamente insostenibile. Quando si tratta di indagare e perseguire i rivenditori illegali di animali da compagnia, i veterinari ed i poteri delle autorità sono generalmente limitati; quindi la collaborazione con le Forze di Polizia e con la Guardia di Finanza è essenziale. Le norme contenute nel citato Regolamento della Commissione – Com (2023) 769 − tenderanno a colmare le lacune legislative di cui finora i commercianti disonesti hanno approfittato. Un secondo importante deterrente previsto per combattere le maglie larghe dell’illegalità riguarda l’identificazione, sia degli operatori del settore, quanto degli stessi animali. A tale proposito, l’Articolo 7 del Regolamento (Obbligo di notificare l’allevamento o la detenzione di cani e gatti) impone agli operatori responsabili di allevamenti e/o rifugi di notificare alle autorità competenti la loro attività, fornendo le seguenti informazioni: a) l’identità, il nome e l’indirizzo dell’operatore; b) l’ubicazione dello stabilimento; c) il tipo di stabilimento: allevamento, negozio di animali o rifugio; d) la specie e la razza degli animali tenuti nello stabilimento; e) il numero massimo di animali che possono essere tenuti nello stabilimento.

Oltre ad una precisa identificazione, sia degli operatori che degli animali, l’Articolo 17 (Identificazione e registrazione dei cani e dei gatti) prevede che, decorsi 3 anni dalla data di entrata in vigore della normativa in esame, tutti i cani ed i gatti tenuti nell’Unione Europea in allevamenti e rifugi, nonché quelli forniti da persone fisiche, siano contrassegnati per l’identificazione mediante un transponder sottocutaneo contenente un microchip e vengano registrati a cura del veterinario in una banca dati nazionale. L’obbligo per i fornitori di dimostrare che gli animali siano stati identificati e registrati prima che vengano pubblicizzati sulle piattaforme online migliorerà notevolmente la tracciabilità e ridurrà il rischio di frode ed il commercio illegale.

Anche la riforma dell’Unione Doganale, proposta nel maggio 2023, aiuterà ad affrontare la questione del commercio illegale di animali domestici in Europa attraverso l’uso di un “Sistema di Allarme Rapido per Alimenti e Mangimi” (Irasff). Detta piattaforma viene già utilizzata dagli Stati membri per lo scambio di informazioni sulle irregolarità riscontrate, sulle non conformità e sui sospetti di frode. Il grafico qui in alto mostra come, a partire dal 2020, il numero delle notifiche relative alle violazioni dei requisiti per la circolazione dei cani e gatti risulti in costante aumento: dalle 30 notifiche segnalate nel 2020 si è passati alle quasi 400 notifiche negli undici mesi del 2023. Dette notifiche hanno riguardato per il 64% violazioni gravi, come il contrabbando e le false informazioni riguardanti l’età e/o la provenienza, mentre, al 17%, si sono attestate quelle per la falsificazione dei passaporti; al 9% le segnalazioni relative alle alterazioni delle analisi di laboratorio ed al 5%, rispettivamente, i falsi certificati sanitari sullo stato di vaccinazione antirabbica e le carenze di welfare legate ai trasporti.

Tornando al Regolamento, un punto centrale della nuova normativa comunitaria riguarda, sia l’alimentazione e l’abbeveraggio (Articolo 11), quanto l’alloggio (Articolo 12) e la salute (Articolo 13). In particolare, gli operatori e le persone fisiche o giuridiche responsabili dei rifugi devono garantire che gli animali siano adeguatamente nutriti e idratati fornendo: l’acqua potabile ad libitum; il mangime in quantità e qualità sufficienti per soddisfare le esigenze fisiologiche, nutrizionali e metaboliche come parte di una dieta adattata all’età, alla razza, alla categoria, al livello di attività ed allo stato di salute  mangimi privi di sostanze che possano provocare sofferenze; garanzie nutritive tali da evitare cambiamenti bruschi e capaci di assicurare il buon funzionamento del sistema gastrointestinale, in particolare durante la fase di svezzamento.

Relativamente alla sistemazione in alloggi, gli operatori e le persone fisiche o giuridiche responsabili dei rifugi, degli allevamenti o dei negozi devono garantire che: le strutture in cui sono tenuti gli animali e le attrezzature ivi utilizzate siano adeguate alla tipologia e al numero di cani e gatti accolti e consentano il necessario accesso per un’approfondita ispezione; tutte le componenti edilizie, compresi il pavimento, il tetto e le divisioni degli spazi siano mantenute pulite e disinfettate; la circolazione dell’aria, i livelli di polvere, la temperatura, l’umidità e le concentrazioni di gas siano mantenuti entro limiti che non risultino dannosi e che la ventilazione sia sufficiente per evitare il surriscaldamento; i cani ed i gatti dispongano di uno spazio sufficiente per potersi muovere liberamente; i cani ed i gatti tenuti all’aperto siano protetti dalle condizioni climatiche avverse, compresi gli stress termici, le scottature solari ed il congelamento. È assolutamente vietato tenere animali domestici nei contenitori ed in ambienti chiusi. I cani tenuti in casa devono avere accesso quotidiano ad uno spazio esterno che consenta loro l’esercizio fisico e la socializzazione. 

Occorre altresì sottolineare come ben 93 notifiche abbiano riguardato animali domestici acquistati tramite pubblicità online, prassi che attualmente funge da principale canale di vendita: il mercato telematico, in forte crescita, rappresenta attualmente il 60 % di tutti i trasferimenti di cani e gatti nell’Ue. All’Articolo 8 del Regolamento, concernente l’obbligo di informazione sulla proprietà responsabile, quando la fornitura di animali da compagnia è pubblicizzata tramite mezzi online, deve essere specificata, in caratteri chiaramente visibili e in grassetto, la seguente avvertenza: «Un animale non è un giocattolo. Acquistare o adottare un animale è una decisione che cambia la vita. Come proprietario di un animale, sei obbligato a garantire che tutte le esigenze per la sua salute e il suo benessere siano sempre soddisfatte». È dunque nostro vivo auspicio ritenere che la nuova normativa comunitaria possa accrescere il trattamento ed il benessere dei migliori amici dell’uomo, sia da parte degli allevatori e dei negozianti, quanto dei proprietari. Le modalità con le quali ci comportiamo nei confronti della natura, compreso il mondo animale e quello vegetale, ci rivelano con indubbia evidenza a quale tipologia di esseri umani apparteniamo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Già dirigente coordinatore del ministero dell’Economia e delle finanze – Ragioneria generale dello Stato, con esperienza amministrativa/contabile nel comparto del Bilancio statale e della Contabilità pubblica nazionale. È stato Coordinatore dell’Ispettorato per i Rapporti finanziari con l’Unione europea. Esperto di nuovi modelli aziendali, è autore di numerosi saggi sull’Istituto delle Reti di Impresa. Iscritto al Registro dei Revisori legali presso il Mef e nell’Elenco degli “Innovation Manager” a cura del ministero dello Sviluppo economico. Giornalista.