La Commissione industria del Senato proroga di un altro anno le agevolazioni per dehorh e pedane, liberalizzate nel periodo della pandemia. Un cedimento alle lobby del turismo di massa che a Roma muove più di 10 miliardi di euro l’anno. Uno sciame di 150mila turisti-consumatori al giorno che si aggira famelico nel centro di Roma racchiuso nelle mura Aureliane e nell’area di Borgo-San Pietro. Oggi nel centro storico “resistono” poco più di 80 mila abitanti, poco più della metà del numero dei turisti che vi si accalcano quotidianamente. E i residenti pagano un prezzo inaudito per il trionfo della visione economicista della città, prigionieri nelle loro abitazioni perché le strade sono perennemente percorse da masse vocianti. Con quali conseguenze? Un appello di cittadini, residenti ed intellettuali aperto alla firma di tutti coloro che amano la bellezza della Città eterna


◆ L’analisi di PAOLO BERDINI, urbanista

Dopo la parentesi del Covid il settore turistico ha raggiunto a Roma risultati superiori ai periodi precedenti alla pandemia. È ormai certo che nel 2023 si supereranno i 50 milioni di presenze ufficiali. Se ad esse si somma la quota del sommerso – molto elevata nel segmento dei B&B − si arriva ai 55 milioni di presenze annue. Ciò significa che ogni giorno uno sciame di 150 mila turisti-consumatori si aggira famelico per le consunte strade del centro storico. Il turismo di massa si accalca infatti quasi esclusivamente nel centro racchiuso all’interno delle mura Aureliane e nell’area di Borgo-San Pietro. Pochi turisti, infatti, superano quel perimetro per frequentare Ostia Antica o le ville imperiali e rinascimentali della regione Tiburtina. Quasi nessuno si avventura nel territorio di Veio.

Il centro storico di Roma: pedana con dehor in Piazza del Pantheon; sotto il titolo, Fontana di Trevi; qui in basso, la Barcaccia davanti a Trinità dei Monti (sotto)

Il parametro economico prudenziale della spesa media di ciascun turista ammonta a 200 euro al giorno, comprensivo dei trasporti, alloggio, pasti, musei, eccetera. La macchina economica messa in moto dal turismo di massa è dunque pari a più di 10 miliardi di euro all’anno. Difficile resistere alla pressione di una lobby così potente. Specie in un momento di politica impotente. È a questo motivo che dobbiamo attribuire lo scellerato voto della Commissione industria del Senato che, in una discussione sul decreto “Concorrenza”, ha introdotto una proroga delle agevolazioni alla realizzazione e al mantenimento dei dehors e delle pedane liberalizzate nel periodo della pandemia, quando il settore turistico era crollato. Per il legislatore la pandemia permane, è eterna.

Con questo provvedimento, la maggioranza di governo nazionale si è guadagnata il plauso del settore della Confcommercio che ha giudicato il provvedimento «una boccata d’ossigeno». Più che una boccata, verrebbe da dire. Si tratta di una torta miliardaria ed è naturale che le associazioni di categoria gioiscano. Il problema è la mancanza della buona politica. Le città nascono qualche millennio fa per motivi economici. Nessuno dunque è così miope da non farsi carico della tenuta economica delle città. Ed oggi il turismo è una macchina in piena ascesa che produce migliaia di posti di lavoro. Ma guai a tener conto soltanto di questo parametro. Le città sono infatti macchine complesse che devono tener conto anche delle esigenze della popolazione che vive in quei luoghi ed ha diritto ad una vita dignitosa. 

Nel centro storico di Roma “resistono” poco più di 80 mila abitanti, poco più della metà del numero dei turisti che vi si accalcano quotidianamente. I residenti pagano un prezzo inaudito per il trionfo della visione economicista della città avallato dalla Commissione industria del Senato: sono ormai prigionieri nelle loro abitazioni perché le strade sono perennemente percorse da masse vocianti. In molte piazze il degrado e il rumore non cessano neppure di notte. I negozi di vicinato sono pressoché scomparsi. I servizi pubblici sociali cancellati. 

Due soli recenti esempi. Pochi anni fa, sulla base di quella visione miope del governo urbano, il comune di Roma aveva venduto il palazzo Medici Clarelli di Antonio da Sangallo in via Giulia. Era una sede di uffici comunali, di sportelli per il pubblico e di servizi: è divenuto un albergo di lusso. Stesso destino per il palazzo Nardini della Regione Lazio di via dei Banchi Vecchi, anch’esso destinato a diventare un albergo al posto della storica Casa delle donne dove si contribuiva alla costruzione del senso di una comunità. Le amministrazioni pubbliche vanno in soccorso dell’economia dominante e non dei diritti diffusi della popolazione.

Nel vuoto di politiche nazionali e comunali per tutelare la vita di coloro che vivono nel centro storico, per reintrodurre residenza calmierata e servizi, è in corso di ultimazione per il prossimo evento giubilare la realizzazione di più di dieci alberghi della catena del lusso (quattro e cinque stelle) all’interno del centro storico. E il Giubileo 2025 sarà sicuro fattore di richiamo per altri milioni di potenziali clienti. Con il voto di proroga ope legis dei tavolini selvaggi, Roma si presenterà all’appuntamento giubilare con un centro storico ridotto ad un gigantesco luna park a beneficio degli operatori del turismo di massa. Sta avvenendo una trasformazione epocale che avrà conseguenze di lungo periodo e la politica nazionale e comunale non affronta neppure il problema. È assente, lasciando che sia l’economia dominante a disegnare il futuro dei nostri meravigliosi luoghi storici. È così che si uccidono le città. © RIPRODUZIONE RISERVATA

_____

L’appello: «Un sito Unesco non può essere umiliato dal commercio»

«Dehors e tavolini in eterno nella città di Roma? La misura appena assunta sulla materia da un’alta istituzione come il Senato attraverso la sua Commissione industria è inaccettabile. Fuori dall’emergenza Covid si decide di prolungare a tutto il 2024 (e trasparentemente al 2025 anno del nuovo Giubileo) un’occupazione crescente di suolo pubblico nel cuore del sito Unesco uscita per molti versi da ogni misura prevista. 

Non è un problema dei soli cittadini e residenti fortemente penalizzati al pari di attività commerciali che non siano quelle della ristorazione. È anche e soprattutto uno snaturamento sempre più esteso di ciò che caratterizza questa città come culla di civiltà e di storia. La pubblica amministrazione, dal Comune di Roma a tutte le altre istituzioni coinvolte, non deve permettere che il sito Unesco venga umiliato progressivamente in nome di interessi puramente commerciali». 

Vittorio Emiliani, Rita Paris, Michele Campisi, Valerio Magrelli, Francesca Barzini, Vezio De Lucia, Fulco Pratesi, Alessandra Valentinelli, Pio Baldi, Chiara Rapaccini, Ruggero Martines, Marisa Dalai, Andrea Costa, Maria Gazzetti, Paolo Brogi, Silvana Rizzo, Igor Staglianò, Viviana D’Isa, Pino Coscetta, Irene Berlingò, Mirella Di Giovine, Kelly Velasquez, Nicola Alberto Barone, Francesca Marciano (lista aggiornata alle 20 del 29 ottobre 2023), Paolo Crepet, Andrea Muscatello, Luna Moltedo, Guido Moltedo, Rossella Candela, Domenico Rossilli, Ciro Morra, Loredana Piacentino, Ludovica Morra, Stefania Belmonte, Rodolfo Falvo, Maru Leone, Licinia Speciale, Paola Friggeri, Settimio Conti, Annalisa Biondi, Francisco Facchinei, Maria Pia Rosati, Maria Luisa Mirabile, Elisabetta Mangani, Maria Pia Micheli, Giorgia Onofri, Giorgio Crisafi, Matilde Cartoni, Edith Dzieduszyka, Raffaella Rumiati, Susanna Conti, Paola Friggeri, Tiziana Ficacci, Lucia Bartolucci, Cecilia Gandolfo, Mariella Venditti, Antonietta Bonauro, Augusto  Moscatelli, Sara Capogrossi, Giovanna Grumo, Carmelina Ariosto, Jadra Bentini, Francesco Barrese, Marie Delphine Bonada, Elvira Vannucchi, Francesco Zito, Manuela Evangelista, Marta Zaniari, Marcelle Padovani, Stanislao Grazioli, Letizia Cicconi, Vaifra Palanca, Guido Schlinkert, Paolo Liverani, Elena Somaré, Elena Polidori, Gabriella Armando, Pia Candinas, Monica Rametta, Lara Cacciamani, Donatella Monachesi, Silvio Psasquarelli, Peter Flaccus, Alessia Panzadoro, Massimo Ravenna, Angela Petrotta, Elio Rizzo (lista aggiornata alle 18 di lunedì 30 ottobre 2023), Viviana D’Isa, Yvonne Colsi, Guido Valesini, Claudio Leonardi, Loredana Sementini, Costanza Pompa, Nathalie Naim, Zaccaria Lori, Anna Padovani, Andrea Brogi, Linda Ceraso, Daniela Fabiani, Paola Di Pasquale, Elisabetta Lavagna, Polly Rigacci, Maria Grazia Ciccarelli, Mario Marazziti, Alfonso Perrotta, Rossella Rossa Arena, Comitato Campo de Fiori, Sista Bramini, Fabio Balocco, Geppy Rippa, Antonio Pietrangeli, Anne Johanson, Giorgio Carra, Tania Raffa, Anna Maria Bianchi, Giuseppina Torregrossa, Ilma Reho, Marina Pescarmona, Giuseppe Lobefaro, Guido Sasso, Paolo Ciani, Cristiana Paoletti, Maria Carola Vizioli, Angelo Bolaffi, Gianfranco Amendola, Adriana Argentini, Alberta Campitelli, Paola Vassalli, Laura Francescangeli, Chiara Mellucci, Carlo Ambrosoli, Claudio Morezzi, Beniamino De Vita, Maria Cristina Marcuzzo, Luisa Piazzi, Elisabetta Ambrosi, Filippo Anfosso, Enrico De Maio, Giulio Ielardi, Renato Ferraro, Vico Vicenzi, Rodrigo Bianchi, Annelisa Macrì, Anna Ribuffo, Marco Pietrolucci, Paolo Pietrolucci, Dalia Sestieri, Ombretta Bracci, Sergio Saraceno, Angelica Fago, Anna Maria Palaia, Anna Gullace, Gabriella Casalini, Paolo Santurri, Gaia Pallottino, Giuseppe Ciccarelli, Paolo Rosa, Antonella Pepe, Laura Pelosi (lista aggiornata alle 17 di mercoledì 1 novembre 2023)

(adesioni a: [email protected]; potete scrivere anche a: [email protected] )

Paolo Berdini, urbanista, ha pubblicato per le edizioni Donzelli: “La città in vendita” (2008); “Breve storia dell’abuso edilizio in Italia” (2010); “Le città fallite” (2014). Suoi saggi sono apparsi sulle riviste Gli Asini e Micromega. Profondo conoscitore dell’urbanistica romana, ha collaborato con Italo Insolera all’aggiornamento di “Roma moderna” (Einaudi, 2011). Ha inoltre pubblicato, “Lo stadio degli inganni” (Derive e approdi, 2020; “Roma, Polvere di Stelle” (Alegre editore 2018). Dal luglio 2016 al febbraio 2017 è stato assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici di Roma