Icona del cinema italiano, Monica Vitti aveva compiuto 90 anni a novembre. Da anni si era ritirata dalla vita pubblica. Ha lavorato con i più grandi: musa di Michelangelo Antonioni, compagna di avventure di Alberto Sordi ma anche autrice e regista dell’’ultimo lungometraggio “Scandalo segreto”, del 1990, in cui dirige sé stessa Dopo particine di poco conto in pellicole minori, la Vitti ebbe all’inizio dei mitici anni Sessanta la consacrazione da giovane promessa a stella emergente del cinema italiano. Ciò fu grazie al più cerebrale e “complicato” dei registi italiani, Michelangelo Antonioni, con il quale Monica diede vita a una unione artistica e sentimentale tra le più importanti del nostro cinema. Nel doppiaggio, la Vitti presta la sua voce rauca, a volte graffiante, a molti personaggi, compresi alcuni cartoni animati. Ma quello per cui è nata è il set del cinematografo. La sua ultima partecipazione a un evento pubblico è stata alla prima dell’edizione italiana del musical Notre-Dame de Paris, nel 2002. Di idee progressiste, colta e interessata di tutto, Monica parlava bene inglese e francese e aveva recitato anche in quelle lingue Il ricordo di CARLO GIACOBBE   DA IERI MONICA VITTI, nel suo corpo obnubilato da una inesorabile malattiia che spegne la mente e la coscienza, non potrà...

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Mi divido tra Roma, dove sono nato, e Lisbona, dove potrei essere nato in una vita precedente. Ho molte passioni, non tutte confessabili e alcune non più praticabili, ma che mai mi sentirei di ripudiare. In cima a tutte c'è la musica, senza la quale per me l'esistenza non avrebbe senso. Non suono alcuno strumento, ma ho studiato canto classico (da basso) anche se ormai mi dedico (pandemia permettendo) al pop tradizionale, nei repertori romano, napoletano e siciliano, e al Fado, nella variante solo maschile specifica di Coimbra. Al centro dei miei interessi ci sono anche la letteratura e le lingue. Ne conosco bene cinque e ho vari gradi di dimestichezza con altrettante, tra vive, morte e, temo, moribonde. Ho praticato vari generi di scrittura; soprattutto, ma non solo, saggi e traduzioni dall'inglese e dal portoghese. Per cinque anni ho insegnato letteratura e cultura dei Paesi lusofoni alla Sapienza, mia antica alma mater. Prima di lasciare, con largo anticipo, l'Ansa e il giornalismo attivo, da caporedattore, ho vissuto come corrispondente e inviato in Egitto, Stati Uniti, Canada, Portogallo, Israele e Messico. Ho appena pubblicato “100 sonétti ‘n po’ scorètti", una raccolta di versi romaneschi. Sono sposato da 40 anni con Claudia e insieme abbiamo generato Viola e Giulio