Oltre che banchiere, Nerio Nesi è stato un dirigente del Partito socialista, deputato di Rifondazione comunista e ministro dei Lavori Pubblici

A 98 anni (ne avrebbe compiuti 99 a giugno) è morto Nerio Nesi, presidente onorario della Fondazione Cavour che ha guidato in modo operativo fino al 2020 quando ha passato il testimone a Marco Boglione. Bolognese, ma torinese d’adozione, ha ricoperto diversi ruoli di spicco nel mondo bancario ed è stato presidente della Bnl. Per molti anni dirigente del Partito socialista, fu eletto deputato nel 1996 con Rifondazione comunista, per poi essere tra i fondatori con Armando Cossutta dei Comunisti italiani. È stato ministro dei Lavori pubblici nel secondo governo Giuliano Amato tra il 2000 e il 2001


◆ Il ricordo di VITTORIO EMILIANI

La scomparsa a 98 anni di Nerio Nesi mi fa tornare alla mente quando il banchiere bolognese mandava in Spagna finanziamenti occulti in aiuto ai socialisti contrari al regime. Nesi era amico in particolare di Alfonso Guerra. Ovviamente era fuori dalla cerchia di Bettino Craxi. Veniva da una realtà di periferia a Bologna e, molto ferrato in latino, faceva lezione ai figli di quelle famiglie decisamente povere. 

Nella scalata alla presidenza della Banca Nazionale del Lavoro era stato agevolato dalla conoscenza e sintonia con Adriano Olivetti che nel frattempo aveva rotto con la grande famiglia sulle prospettive aziendali. Le quali secondo il visionario Adriano contemplavano il salto di qualità ai calcolatori, alla informatica. Mentre la famiglia di Ivrea restava su posizioni tradizionali. Nerio Nesi finì in pratica fuori dal Partito Socialista privato del punto di forza della Bnl. Con Craxi che al Congresso del Psi di Palermo sterilizzava ogni opposizione reale. Un personaggio scomodo, Nerio, un socialista autentico. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.