
Cinquantamila persone sono attese questo pomeriggio (sabato 4 marzo) nel capoluogo toscano per la manifestazione in difesa della scuola pubblica e della Costituzione indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil di Firenze e dalle federazioni nazionali della scuola. Il corteo si concluderà a Santa Croce, passando (è prevista una sosta) davanti al liceo Michelangiolo, dove alcuni giorni fa – all’orario di ingresso – sono stati presi a calci e pugni due studenti che facevano parte di un collettivo di sinistra da altri ragazzi appartenenti al movimento giovanile di estrema destra Azione studentesca, che stavano distribuendo dei volantini. La Digos ha identificato anche questi sei giovani, tre maggiorenni e tre minorenni, nessuno iscritto al Michelangiolo, tutti aderenti all’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia . L’episodio è stato il detonatore di una polemica politica tra chi ha definito la vicenda «un’aggressione squadrista intollerabile», come il sindaco Dario Nardella, e chi – da destra – ha parlato di rissa più che di aggressione. Non è mancata un’aspra replica del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara (“Non le compete”) per una lettera scritta dalla preside di un altro liceo fiorentino, il Leonardo Da Vinci, e diretta ai suoi studenti. Il testo integrale è riprodotto qui a fianco e potete leggerlo integralmente in questa pagina. Alla manifestazione saranno presenti anche i leader nazionali della sinistra come la nuova segretaria del Pd Elly Schlein, Giuseppe Conte presidente dei Cinque Stelle e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini
La lettera di ANNALISA SAVINO (preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze)
«IL FASCISMO IN Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così».

All’Armi son fascisti! Il nostro appello su Change.org
ANCHE IL GIORNALE che state leggendo è vittima di prevaricazione ad opera dei neofascisti. Da mesi, l’avvocato Carlo Taormina, Giuliano Castellino e altri loro camerati danneggiano il nostro lavoro di giornalisti liberi e antifascisti usurpando con prepotenza il nome di “Italia libera”, allo scopo di dar vita a un movimento squadristico di estrema destra. Con i loro metodi violenti, essi non hanno nulla a che spartire con la nostra storia, e con la storia di questa testata gloriosa, nata durante la dittatura fascista per combatterla sul piano culturale e politico, come organo di Giustizia e Libertà e sotto la direzione di Leone Ginzburg. A questo link è possibile firmare, tramite change.org, un appello già sottoscritto da centinaia di intellettuali e cittadini in difesa dei legittimi diritti della testata “Italia libera” che incarna — nella storia personale e professionale dei suoi fondatori e di tutti i suoi autori — i valori più profondi della Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA