Due terzi di secolo fa a Torino il Politecnico era un’eccellenza del sapere tech piccola piccola, contenuta in un edificio del centro città che oggi non esiste più, e le poche centinaia di futuri ingegneri si conoscevano tutti e tanti erano amici fra loro. Oggi quell’ateneo è diventato una grande fabbrica della formazione declinata in contenuti sempre più numerosi e innovativi. Nei viali che lo cingono, nei corridoi, negli incubatori di ricerca, nelle sue aule l’inglese sta diventando la lingua più diffusa. Anche il fratello di Ada Ugo Abara ha studiato qui e si è trasferito in Germania per completare gli studi: ha chiesto e ottenuto la cittadinanza tedesca mentre uno sconosciuto burocrate italiano, con davanti agli occhi l’attestato di laurea magistrale della sorella, ne valutava l’inadeguata conoscenza della nostra lingua. Quanti invece di noi, italiani per diritto naturale, mostrano la stessa fluente padronanza multilinguistica che Ada maneggia quotidianamente come cooperatrice internazionale? Il reportage di ALBERTO GAINO, da Torino Il Politecnico di Torino è diventato oggi una grande fabbrica della formazione declinata in contenuti sempre più numerosi e innovativi, riallacciando i fili della formazione tecnologica con quella umanistica I PROCESSI DI contaminazione tra culture diverse sono importanti — come emerge dagli eventi del Festival dell’accoglienza “Il lento cammino della cittadinanza”,...

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Giornalista di lungo corso, collaboratore a “il manifesto” nei primi anni Settanta, dal 1981 cronista prima a “Stampa Sera”, poi a “La Stampa”, nella sua carriera si è occupato soprattutto di cronaca giudiziaria. Tra i suoi libri “Falsi di stampa: Eternit, Telekom Serbia, Stamina” (2014) e “Il manicomio dei bambini: Storie di istituzionalizzazione” (2017).