Avendo partecipato a tutti gli esecutivi degli ultimi dieci anni (con l’eccezione dell’anno del “Conte1”) non hanno messo mano a modificare una legge elettorale demenziale. Essendo nella stanza dei bottoni, non hanno riformato le norme del reddito di cittadinanza: contribuzione ai nuclei familiari bisognosi e non protetti ma abolizione del comparto relativo alla ricerca del lavoro. La vittoria della destra è troppo netta e c’è troppo potere da dividere: gli alleati di Meloni non sgambetteranno. L’attraversamento del deserto sarà lungo, bisogna anche inventare nuovi modi di fare opposizione, quelli novecenteschi non funzionano più. Le alleanze nasceranno combattendo gli stessi avversari e si scoprirà che il mondo è molto complicato, che c’è tanta sofferenza e tanta ingiustizia Il pensierino di GIANLUCA VERONESI Enrico Letta, 11 giorni prima del voto, a un incontro sulla parità di genere a Roma: brutti pensieri nella testa; sotto il titolo, l’ingresso del Nazareno (credit Ansa/Giuseppe Lami) IL PD HA PERSO o si è perso? Può un partito — che si definisce a vocazione maggioritaria e che avrebbe l’ambizione di essere il front man di un campo largo — passare da una fascinazione all’altra?Si va da una gregarietà verso Conte — «punto di riferimento del progressismo» ai tempi di Zingaretti — ad una sorta di recente sudditanza verso Draghi....

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Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.