Il segretario di Ratzinger ed ex prefetto della Casa pontificia non è un personaggio secondario, caso mai lo è diventato a seguito delle dimissioni di Benedetto XVI. Ma prima era potentissimo. Quando sei il segretario di totale fiducia di un Papa schivo, ritirato, essenziale, diventi di fatto il selezionatore dei suoi rari incontri e dei pochi appuntamenti. Diventi la sua percezione del mondo. Svettava in tutta la sua altezza, bello come il sole ed elegante come la luna, un passo dietro il Santo Padre, in bianco il primo ed in viola il secondo. Il giorno del funerale è stato il suo ultimo appuntamento con la gloria ed egli ha recitato la sua parte con determinazione e puntualità. Quel giorno le prime pagine di tutti i più importanti giornali del mondo parlavano di lui. Non certo a sua insaputa, con una strategia comunicativa precisa. Un pubblicitario può dirvi che non ha sbagliato una mossa Il pensierino di GIANLUCA VERONESI Città del Vaticano, 5 gennaio. Georg Gänswein, in prima fila davanti al feretro del Papa emerito; sotto il titolo, 27 settembre 2006, Benedetto XVI all’udienza del mercoledì in Piazza San Pietro (credit Ettore Ferrari / Ansa) SEGUIVO LE ESEQUIE di Papa Ratzinger e mi sono ricordato la profezia di Andy Warhol: tutti...

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Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.