
Si tratta di un disturbo del linguaggio, noto come “difficoltà di accesso lessicale”: termini che ci sfuggono o che dimentichiamo pur avendoli “sulla punta della lingua”. Quando accade con frequenza è bene rivolgersi allo specialista: se non si cura, la “disnomia” pare faccia presto a diventare “anomia”, problema che “rende una persona completamente incapace di nominare oggetti familiari” tipo, per restare nell’ambito politico, “democrazia”, “tolleranza”, “immigrazione”, “diversità”, “omosessualità”, ecc. Gli esperti consigliano, appena si manifesta l’inciampo, di “girare intorno” alla parola, in questo caso “antifascista”, usando parole con il medesimo significato. Tipo: democratici, amanti della libertà, oppositori politici, ebrei, omosessuali, rom, ecc.
Il commento di ALFREDO T. ANTONAROS
LA VICENDA DEL messaggio di Giorgia Meloni alle vittime delle Fosse Ardeatine, nel 79esimo anniversario della strage, mi conferma un paio di ipotesi che meditavo da tempo. La prima è che, nella mente della signora (cresciuta nelle formazioni di Alleanza Nazionale), sia sempre dominante, prevalente su qualsiasi altro fattore, proprio l’aspetto nazionale. Solo per questo, ai suoi occhi, i 335 innocenti delle Ardeatine sono stati massacrati, solo per la loro appartenenza etnica. Che fossero partigiani, politici, ebrei, antifascisti per la signora non ha alcun significato. Quello che per lei conta infatti è sempre solo la nazione, la Patria. Com’è noto anche Martin Luther King fu ucciso perché nord americano, Che Guevara perché argentino, Olaf Palme perché svedese e Salvo Lima, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Giovanni Falcone solo, purtroppo, perché italiani.
L’altro sospetto che ho da tempo è che la signora soffra di disnomia. È un disturbo del linguaggio, noto anche come ‘difficoltà di accesso lessicale’ o come afasia anomica, che si manifesta in un inciampo nel richiamare alla memoria una certa parola in un determinato momento (tipo il termine antifascista nell’anniversario delle Fosse Ardeatine) senza però che vi sia una compromissione della capacità di comprendere il significato (magari ingombrante e sgradevole) di quella parola stessa. Il problema riguarda termini che ci sfuggono, che dimentichiamo pur avendoli sulla “punta della lingua”. Succede a tutti di trovarsi in mezzo di una conversazione e di non riuscire a ricordare un nome, una persona, un luogo. Quando però questo accade con frequenza (se, ad esempio, la parola antifascista proprio non riesce a uscirci dalle labbra) è bene rivolgersi ad uno specialista perché, in questo caso, il problema è di rilevanza medica in quanto la difficoltà nel richiamare certe parole — nel caso si sia, ad esempio, a capo di un governo di una Repubblica nata dall’antifascismo con una Costituzione dichiaratamente antifascista — interferisce profondamente con la vita quotidiana. Quella degli altri ma anche la propria. Pare che la disnomia, se non ci si cura, faccia presto a diventare anomia, problema che “rende una persona completamente incapace di nominare oggetti familiari” tipo, per restare nell’ambito degli esempi che si facevano sopra, “democrazia”, “tolleranza”, “immigrazione”, “diversità”, “omosessualità”, ecc.
A chi ha questo genere di problemi gli esperti consigliano, appena si manifesta l’inciampo, di “girare intorno” alla parola che si dovrebbe dire, cercando di farla comprendere attraverso la descrizione della stessa. Tipo, nel caso delle Fosse Ardeatine, “quei poveretti che il regime odiava solo perché ebrei, antifascisti e amanti della libertà”. Oppure col dire ad alta voce le lettere, ma in ordine alfabetico, della parola che non viene in mente, che, essendo nel nostro caso ANTIFASCISTA, suonerebbe difficile, perché più o meno così: ACFINST. Oppure cercare di usare parole con il medesimo significato. Tipo, in questo caso, democratici, amanti della libertà, oppositori politici, ebrei, omosessuali, rom, ecc. Oppure, per restare in ambito nazionale, fare semplicemente i nomi di Matteotti, dei fratelli Rosselli o dei fratelli Cervi. Un modo come tanti per farsi venire in mente cosa è successo 79 anni fa alle Fosse Ardeatine. O, semplicemente, cosa è scritto nella Costituzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA