Caro direttore, 

Con un approccio raro di questi tempi, in cui proclami e pregiudizi sembrano il leitmotiv del confronto pubblico, nell’articolo “Energia e transizione verde in Sardegna: dall’assalto alla diligenza alla programmazione dei bisogni” pubblicato qui martedì 6 agosto, Enzo Strazzera affronta uno dei temi strategici per la costruzione razionale del futuro partendo dai dati oggettivi del consumo, della produzione attuale e delle richieste di installazione di impianti. Emerge un quadro non solo complesso ma evidentemente evolutivo, nel quale l’evoluzione non è costituita da variabili indipendenti, ma sarà influenzata da decisioni strategiche interconnesse tra loro. A loro volta, gli stessi numeri totali assumono significati del tutto differenti a seconda della distribuzione tra tipologie di fonti, di accumulo, di distribuzione e di consumi. È evidente, come sostiene Strazzera, che le modalità con le quali è stata presentata l’enorme quantità di richieste – peraltro in larga parte ipotetiche in considerazione dell’incompatibilità con la vincolistica già esistente – sia del tutto incoerente con la necessità di governare secondo i bisogni collettivi e non solo del profitto. 

Come sottolinea Strazzera, finito il tempo delle pianificazioni rigide, in un mondo di repentini e spesso imprevedibili cambiamenti, al di là di pressappochistiche proposte o di demagogici ukase, si impone la rapidissima costruzione di un sistema informatico di monitoraggio, previsione e decisione, senza mai dimenticare quanto sia importante il ricorso alla massima differenziazione delle tipologie produttive (uno sguardo alla tabella di Strazzera evidenzia quanto poco sia stato fatto in questo senso). Il rischio di sovrapproduzione è alto, ma non meno grave quello di un deficit energetico legato all’indispensabile abbandono della produzione termica, un rischio che la nostra Regione, che ha pagato a lungo il costo dell’energia, non può permettersi di pagare, continuando su una logica di veti e non di pianificazione virtuosa.

— Graziano Milia, Quartu Sant’Elena (Cagliari)

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