Negli ultimi anni più di una volta sei tornato sulle orme di quell’agire umanitario che era stato il passo che ti aveva condotto al giornalismo di esteri. Ed eri tornato a raccontare cose antiche, che nessuno vuole vedere, di cui nessuno si cura, come “la fame”, titolo del tuo ultimo reportage per Tv7 del Tg1. Un tema sul quale non si fa prima serata e nemmeno carriera, quella che hai fatto per naturale competitività, ma senza la protervia e il narcisismo con cui la fanno in molti, che hanno a cuore solo se stessi, mentre dicono di dare voce a chi voce non ha. Mentre schivavi le barrel bombs di Assad ad Aleppo e il portellone di un’autoambulanza si apriva davanti all’ospedale locale, quella donna insanguinata mise in dubbio tutto il senso di quello che facciamo. Ti disse: «Cosa me ne faccio se tu racconti la mia storia, quando né tu né nessun altro mi potrete salvare perché, in fondo, il mio dolore non interessa davvero a nessuno?» Amedeo Ricucci gioca a braccio di ferro con un piccolo profugo africano; sotto il titolo, fra i profughi siriani verso l’Europa lungo la rotta balcanica in una pausa del reportage pluripremiato “La lunga marcia” del 2015, trasmesso su Rai 1 da Tv7,...

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Giornalista professionista freelance e documentarista, lavora come reporter in aree di crisi dal 2007 ed è conduttrice e autrice per Rai Radio 3. Specializzata in Medio Oriente, con particolare focus su Iraq e Yemen, ha lavorato dal 2012 al 2015 come corrispondente da Sanaa (Yemen) per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese Transterra Media. Collabora con media stranieri (The Washington Post, Al Jazeera English, Al Jazeera Arabic, TrtWorld, Cgtn, Rsi, Index on Censorship, The Fair Observer, Guernica Magazine, The Week India) e italiani (fra gli altri, Rainews24, Tg3 Agenda del Mondo, Sky Tg24, Tv2000, Radio Popolare, Radio in Blu, Radio24, Avvenire, La Stampa). Ha girato, autoprodotto e distribuito dieci documentari, tra i quali Yemen, nonostante la guerra, prodotto Ga&A nel 2019 e acquistato da Rai Doc, Zdf, Al Jazeera Arabic. Il film è uno spaccato nella vita dei civili yemeniti in guerra. Ha vinto i premi Luchetta, Siani, Cutuli, Anello Debole e Giornalisti del Mediterraneo. Dal 2007 insegna in diverse istituzioni italiane ed europee, compreso l’Istituto Reuters all’Università Oxford. Ha scritto l’e-book Lettere da Guantanamo (Il Reportage, dicembre 2016) e, insieme a Paola Cannatella, il graphic novel La sposa yemenita (Becco Giallo, gennaio 2017), tradotto in quattro lingue