La copertina del film di Jean Paul Salomé con Isabelle Huppert

Il film di Jean Paul Salomé con Isabelle Huppert  (titolo francese “La Syndacaliste”) non ha un attimo di cedimento nel ricostruire il mondo corrotto dell’industria di Stato francese. Basato su un libro-inchiesta che ricostruisce fatti reali, racconta la storia della multinazionale nata per gestire tutte le attività nucleari francesi, dal ciclo del combustibile alla costruzione delle centrali. La sindacalista Maureen Kearney scopre un accordo segreto con i cinesi denuncia tutto ma viene struprata alla vigilia del suo incontro con il presidente della Repubblica


◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI *

Isabelle Huppert è un’attrice capace di riempire la scena come poche altre, e chiunque l’abbia ascoltata in lingua originale non può che convenire sul fascino magnetico della sua voce, capace di molti registri e di molte sfumature. Purtroppo non sempre sceglie film all’altezza delle sue straordinarie capacità.

In “La verità secondo Maureen K”, titolo francese “La Syndacaliste”, è bene assecondata da regista Jean Paul Salomé e da una sceneggiatura incalzante, basata su un libro-inchiesta che ricostruisce fatti reali, e il risultato è uno splendido film di oltre due ore, che non ha un attimo di cedimento nel ricostruire il mondo corrotto dell’industria di stato francese.

Maureen Kearney è una stimata sindacalista della Areva, la multinazionale nata per gestire tutte le attività nucleari francesi, dal ciclo del combustibile alla costruzione delle centrali. Nel 2012 va in crisi, e i suoi vertici pensano a un controverso accordo strategico con i cinesi, che vorrebbero mantenere segreto. La combattiva Maureen, informata dai tecnici contrari all’accordo, si dà da fare per renderlo pubblico, sfruttando le sue molte conoscenze tra i politici e i  giornalisti. Pochi però le danno retta, e quando sta per ottenere un colloquio con il presidente della Repubblica uno sconosciuto la aggredisce in casa e abusa sessualmente di lei. O almeno così racconta.

Tutta la seconda parte del film, quella più angosciosa, racconta la battaglia di Maureen per convincere la polizia e l’opinione pubblica che l’aggressione è avvenuta davvero, che non è stata una finzione orchestrata da una donna fragile per attirare l’attenzione sulle sue denunce. E qui la Huppert dà davvero il meglio sé, costruendo un personaggio dalle molte sfaccettature, che a un certo punto crolla, ma poi trova la forza di reagire e di andare avanti nella sua battaglia per la verità e la giustizia. Fa male pensare che gli sceneggiatori non si siano inventati nulla. © RIPRODUZIONE RISERVATA

(*) L’autore dirige oltreilponte.org

Giornalista, già responsabile del telegiornale scientifico Leonardo su Rai 3. Ha due figlie, tre nipoti e un cane. Ama la vela, la montagna e gli scacchi. Cerca di mantenersi in funzione come le vecchie macchine fotografiche analogiche che colleziona, e dopo la pensione continua ad occuparsi di scienza, politica e cultura sul blog “Oltreilponte.org”.