Danilo Zagaria biologo e divulgatore scientifico

Un libro che ama il mare per chi ama il mare, o ne è sedotto o incuriosito. L’autore è un biologo, Danilo Zagaria. Che usa la prosa coinvolgente di un bel romanzo. Un libro che è una finestra aperta… sul pianeta acqua. Che si lascia scoprire, con i suoi segreti, le sue suggestioni, l’emozione che consegna a chi affronta questa “crociera”, ecologica, rispettosa, che attraversa le pagine per – è il caso di dirlo – immergerci nel mondo sottomarino. Un libro che è un percorso che racconta e documenta la connessione tra ecosistemi e specie, nel nome della sostenibilità. Ecco il nostro suggerimento per un regalo di Natale 


La recensione di LAURA CALOSSO

In alto la famosa foto di Justin Hofman tratta da uno screenshot del suo profilo instagram ritrae un piccolo cavalluccio marino dell’estuario, Hippocampus kuda, che si fa trasportare dalle acque inquinate vicino a Sumbawa Besar, sull’isola di Sumbawa, in Indonesia. Questo scatto enigmatico è valso a Hofman il premio di Wildlife Photographer of The Year

COSA SAPPIAMO DEL MARE? Molto poco, a giudicare dai danni che ogni giorno gli esseri umani compiono mettendo a rischio habitat unici nascosti sott’acqua. Quali sono questi danni? Per quanto ancora potremo permetterci di violare le leggi di natura che sovrintendono alla vita delle foreste di kelp, delle praterie di posidonia, delle barriere coralline e persino dei litorali sabbiosi che diamo per scontati, ma che un giorno potrebbero sparire? A raccontarci il mare e tutto ciò che rischiamo di perdere a causa dell’innalzamento del livello marino, dello sfruttamento eccessivo delle risorse e dell’inquinamento da plastica è Danilo Zagaria, biologo e divulgatore scientifico che si occupa di libri su diverse testate, fra le quali “La Lettura” del Corriere della Sera. “In alto mare”, così si intitola il suo saggio pubblicato di recente da ADD, è la fotografia dell’oggi, con preziose indicazioni sulle traiettorie che ci condurranno al domani, nel bene e nel male.

Tra aneddoti e interessanti riferimenti a una vasta bibliografia, la lettura è scorrevole e avvincente, quasi si trattasse di un romanzo d’avventura. Alcuni capitoli come quello sul Futuro dell’Artico sono infatti non solo una miniera di informazioni scientifiche, ma anche un viaggio in luoghi remoti raggiunti da spedizioni temerarie, come la vicenda delle navi Erebus e Terror. «Ho raccontato la vicenda per via dell’amore che provo per le avventure di mare e le missioni leggendarie» scrive l’autore «ma non solo. Se l’avversario principale di Sir John Franklin è stata la morsa dei ghiacci in cui sono rimaste intrappolate le sue navi, che cosa ne è oggi del passaggio a nord-ovest? È possibile percorrerlo e sfruttarlo per i commerci marittimi? E in futuro, quando il ghiaccio, in particolare quello estivo, sarà soltanto un ricordo, navigare in un Mar Glaciale Artico sempre più blu sarà un’alternativa vantaggiosa per le flotte commerciali?». Ecco, il pregio di questo saggio è proprio questo: presentare il cambiamento climatico con le luci e le ombre che lo caratterizzano. Non solo un grido d’allarme per i disastri in corso, ma anche una lucida analisi delle sorprendenti trasformazioni a cui stiamo andando incontro, nostro malgrado, e con il nostro negativo contributo, spesso inconsapevole. L’interconnessione tra  ambienti e specie, raccontata e documentata da Zagaria, mette in luce la necessità di lavorare per la “sostenibilità”, un concetto spesso abusato, ma cruciale, se vogliamo evitare che l’Antropocene  diventi il capolinea di una vita piacevole sul Pianeta.

Nel libro l’autore svolge un esercizio raro: andare a cercare la polvere nascosta sotto il “tappeto”. “Un esercizio temporale” è infatti il titolo dell’analisi che chiude il primo capitolo dedicato alla plastica. Richiamando un libro di Daniel Pennac, “Il sesto continente”, si parla delle conseguenze delle nostre azioni, che non vediamo mai, a meno che, come nel romanzo in questione, non emergano sotto forma di isola di spazzatura, trasformata in attrazione per turisti. Il saggio di Zagaria che spazia dal tema della plastica, agli eccessi della pesca, ai mari più caldi e acidi che alterano la vita delle specie, ha proprio la funzione di “portare a galla” il sommerso, le isole invisibili, vere o metaforiche, ricostruendo la realtà attraverso racconti dal fascino talvolta crudele. Per ragioni legate al mio lavoro di scrittrice e traduttrice ho apprezzato in particolare il capitolo “Cambiare il mare”, nel quale si affronta il tema della sabbia che sparisce, un problema a cui di solito non viene dedicata attenzione, seppure cruciale, essendo la sabbia, tra tante altre cose, anche l’ingrediente principale del mondo che conosciamo, dalle lenti dei nostri occhiali, ai grattacieli in cemento armato che popolano le nostre città sempre più vaste.

La parte finale del saggio è dedicata ai temi della crisi e della salvezza: «Per riuscire a cogliere il vero pericolo che si cela dietro a queste trasformazioni» scrive l’autore «dobbiamo riuscire a vederle per quello che sono: minacce che mettono in serio pericolo l’ambiente, ma soprattutto la nostra idea di umanità. Ecco allora che l’ambiente non è più qualcosa di lontano, astratto, separato da noi, ma diventa reale, vicino, e ci riguarda tutti». Quella descritta nel libro è in sostanza una grande sfida: immaginare l’invisibile, ciò che sappiamo esistere ma non abbiamo mai visto con i nostri occhi, dai pescicani, ai coralli, alla “grande accelerazione” che ci ha portato dove siamo. Immaginare. «Lo fanno scienziati e scrittori, possiamo farlo tutti. Occorre soltanto un po’ d’allenamento». Questo è il libro giusto per iniziare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scrittrice, giornalista e traduttrice, laureata in Scienze Politiche e in Lettere, Culture moderne comparate, Letteratura tedesca. Ha lavorato come giornalista e addetta stampa. La carriera di scrittrice è iniziata con una menzione di merito al Premio Calvino, edizione 2008/2009, e il primo romanzo "A ogni costo, l'amore" pubblicato da Mondadori nel 2011. Il giornalismo d’inchiesta è la sua passione. Lavora nel mondo dell’editoria e per la Rai.