Ci sono dei giganti del nostro cinema che il tempo ha affidato alla nostra memoria come grandi attori comici. Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi. Ma erano veramente attori comici? In realtà, pensandoci bene, erano giganti del grottesco


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

Sordi, Manfredi, Tognazzi e Gassman insieme a Sylva Koscina e Monica Vitti

Rivedo vecchi film o serie televisive con Nino Manfredi protagonista e mi rendo conto che non è mai stato un attore comico. Semmai grottesco. Che è poi anche per Vittorio Gassman e per altri grandi la cifra vera del loro impegno. Nei Mostri attori come Ugo Tognazzi hanno dato il massimo e Vittorio Gasmann insopportabile nei ruoli drammatici per il suo birignao è stato giustamente amato, si pensi soltanto all’amaro “Sorpasso” di Dino Risi divenuto un classico del genere. I Cineclub non ci avevano reso snob. Continuammo ad andare al cinema perché ci attraeva, ci divertiva.

Forse la mia generazione (sono del 1935, 1° dicembre) è stata quella che più ha fruito degli anni migliori del  neorealismo. Una bella fortuna, lo riconosco. Per noi ragazzi di provincia squattrinati. Poi è spuntato Federico Fellini e anche per Sordi nei Vitelloni è stata un’altra storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.