Il titolo di vice presidente esecutivo attribuito a Raffaele Fitto, concesso al commissario europeo da Ursula von der Leyen per ottenere i voti dei parlamentari della Meloni che non l’avevano votata a giugno, nasconde un arretramento delle posizioni ricoperte dall’Italia nella precedente legislatura. E questo downgrade è ancora più evidente…
Autore: Rocco Tancredi
Dopo la decisione della premier di stare fuori della maggioranza, c’è il rischio realistico che l’Italia sia emarginata nei prossimi negoziati sul Mes (non ancora approvato dal nostro Paese), sulla definizione del Patto di stabilità che influirà sulla finanziaria 2025 (dopo l’ennesima procedura d’infrazione per il grosso debito pubblico) e…
L’8 e 9 giugno prossimi eleggeremo per la decima volta gli europarlamentari (76 italiani su 720 complessivi) dei 27 Paesi aderenti all’Unione Europea. Gli ignavi che non andranno a votare forse non riescono a immaginare le peggiori ricadute, socio-politiche ed economiche, in cui verrebbe a trovarsi anche il nostro Paese…
L’Italia rischia di dover pagare 3 miliardi di euro di debiti in quota Arcelor Mittal dopo averla preferita alla cordata italiana costituita da Sajian Jindal, la Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Arvedi e Leonardo Del Vecchio, che l’avrebbero pagata di più. L’artefice del “capolavoro” fu Carlo Calenda, ministro del governo Renzi,…
A cent’anni precisi dalla nascita (il 19 aprile 1923) e a settant’anni – quasi – dalla morte (il che racconta di quanto poco visse) ricordiamo Rocco Scotellaro, il “sindaco dei diseredati” oggi definito anche come “il poeta dei contadini”. Fu il “primo cittadino” di Tricarico, eletto ad appena 23 anni,…
Le case “a ridosso dell’acciaieria” esistevano prima della costruzione dell’ex Italsider (1960) e poi del raddoppio (1971) dello stabilimento più grande d’Europa, realizzato senza licenza edilizia. Dopo i dieci milioni di lire dati alla squadra di calcio, Antonio Cederna scrisse un memorabile articolo sul Corriere della Sera: «Taranto in balia dell’Italsider», «una…
Tra il 1789 e il 1799 in Francia si pubblicavano circa duemila organi di informazione. Solo a Parigi c’erano 74 giornali di ogni tendenza. Con Napoleone imperatore ne rimasero 14 per ridursi subito a 4. Lui i giornali li fondava, faceva chiudere redazioni, minacciava redattori e direttori. Svegliava di notte…