Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha riavviato la procedura per effettuare gli esami che dovrebbero portare all’individuazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari sparsi attualmente in varie località del territorio italiano. Se ne discute da anni ma non si arriva a nessuna conclusione. L’ultima trovata della maggioranza di governo è stata la campagna di autocandidature dei comuni, finita anch’essa nel nulla. Il ministro Pichetto Fratin vuole costruire nuove centrali nucleari a fissione e rimette in movimento anche i territori che dovrebbero ospitarle. A Torino un primo convegno nel fine settimana
◆ L’articolo di GIAN PIERO GODIO, Legambiente Vercellese e Ovadese
► Dopo una “congrua gestazione” di nove mesi a partire dalla conclusione della sciagurata e infruttuosa fase delle autocandidature, il 26 novembre scorso è stato pubblicato il Rapporto Preliminare per la Valutazione Ambientale Strategica (Vas) della Carta Nazionale delle Aree Idonee per il Deposito Nazionale del nucleare (Cnai) (https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/11395/17181). La prima impressione di Legambiente delle zone del Vercellese e dell’Ovadese è che il documento sia carente quanto meno per le seguenti ragioni:
- manca la previsione di un elenco con la lunghezza dei trasporti nucleari che sarebbero necessari per far arrivare i materiali radioattivi dai siti attuali a ciascuna delle 51 aree della Cnai, trasporti che, costituendo un rischio non di poco conto, andrebbero senza dubbio minimizzati scegliendo l’area che ne richiede di meno;
- viene dato per scontato che i materiali a più alta radioattività verranno collocati nello stesso sito del Deposito Nazionale, nella parte denominata “Complesso Stoccaggio Alta attività” (Csa), mentre non si parla più del deposito a livello europeo né di quanto abbia concluso l’apposita organizzazione Erdo alla quale l’Italia partecipa da molti anni;
- non si prevede di tenere conto delle analisi di maggiore approfondimento e dettaglio, di tipo geologico, idrogeologico e sismico, che potranno essere predisposte dai Comuni che ospitano le varie aree della Cnai;
- non è neppure certo se i Comuni interessati saranno considerati “soggetti competenti in materia ambientale” e pertanto possano formulare le proprie proposte per la predisposizione della documentazione che la Vas dovrà esaminare.
Leggeremo questo “Rapporto Preliminare” in modo più approfondito e non mancheremo di presentare al ministero dell’Ambiente, entro il giorno di Natale, le nostre osservazioni elaborate insieme ai cittadini interessati. Nel frattempo, sabato 7 dicembre, si terrà a Torino un convegno dal significativo titolo “Torna l’inganno nucleare” nel quale si parlerà del perché non serve – anzi, è deleterio – un ritorno al nucleare, e al quale sono invitati a partecipare tutti i movimenti, i comitati e le associazioni che sono contrari all’installazione e all’utilizzo, in Piemonte e in Italia, di centrali nucleari a fissione.
L’appuntamento è alle ore 15 presso il Centro Studi Sereno Regis in Via Garibaldi 13. Ricco il parterre dei relatori: da Angelo Tartaglia (Politecnico di Torino) sull’Economia della decrescita catastrofica, a Attilio Piattelli ((Italia Solare) sulle Energie rinnovabili come strategia di riduzione dei prezzi dell’energia, da Giuseppe Onufrio (Greenpeace) sull’assurdità del nucleare nel Piano energia e clima messo a punto dal governo italiano, a Umberto Lorini (Pro Natura Piemonte) sul problema irrisolto dell’eredità nucleare del XX secolo. Interventi anche di Alice De Marco (Legambiente Piemonte e Valle d‘Aosta) sulla Piattaforma 100% rinnovabili, e di Francesco Vignarca (Rete italiana Pace e disarmo) sul trattato dell’Onu per l’abolizione delle armi nucleari. La seconda sessione sulla costituzione di un Coordinamento antinucleare sarà moderata dal direttore di “Italia Libera”, Igor Staglianò. © RIPRODUZIONE RISERVATA