Ci si aspettava che il neosindaco tirasse una riga sul passato e si attribuisse, dalla sua elezione in avanti, la responsabilità di scegliere i principali collaboratori sul campo di una metropoli cresciuta senza veri piani né regole accettabili. Al contrario Gualtieri ha supinamente accettato, a quanto si constata, di nominare quegli esponenti politici che erano stati più portati da evidenti clientele personali e/o di corrente. Un modo sbagliato e deludente di rispondere alle istanze di associazioni, comitati, cittadini per un radicale rinnovamento della dirigenza capitolina. Il Campidoglio si avvia mestamente a diventare il capoluogo della Regione Lazio come probabilmente pretende il folle disegno Calderoli per le autonomie differenziate? L’articolo di VITTORIO EMILIANI Cassonetti vista Cupolone (credit L’Espresso); sotto il titolo, il sindaco Roberto Gualtieri (credit Ansa/Riccardo Antimiani) LA CITTÀ SEMBRA sempre più abbandonata a stessa e ai suoi dolenti vecchi problemi, dall’inquinamento atmosferico alla igiene urbana, al diradamento per vecchiezza e abbandono con sommari tagli alla base degli alberi malati o cadenti, senza piani da molti reclamati di sostituzione per intere strade e piazze. Del resto cosa ci si poteva aspettare dalla promozione ad assessore a ruoli fondamentali di politici (?) come Sabrina Alfonsi la quale da presidente del Municipio del Centro Storico non ha mai risposto alle denunce di...

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Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.