Il ministro dell’Interno ha scelto un titolo pieno di enfasi, “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”, ma il suo decreto non è né urgente né gestisce i flussi migratori. Il suo evidente obiettivo è quello di ostacolare le attività di soccorso delle Ong, benché — secondo le stesse statistiche fornite dal Viminale — portino in salvo soltanto un dieci per cento circa dei migranti che poi raggiungono le coste italiane. E per fermare queste navi la strategia del governo interviene sulla fase più delicata, e cioè quella del soccorso in mare, coronando oltretutto la lesione di funzioni delle Capitanerie di Porto: sulla scelta del porto di sbarco dei naufraghi, su chi è autorizzato a intervenire, sul trattamento a bordo la competenza è ormai passata quasi del tutto al Viminale, e i naufraghi sono stati ridotti al rango di clandestini. Una serie di norme architettate per dissuadere e ostacolare l’attività delle Ong. Ma la cosa più grave di tutte è aver voluto introdurre l’ipotesi di “soccorso illecito” L’analisi di VITTORIO ALESSANDRO IL DECRETO PIANTEDOSI sulle Ong, nonostante il roboante titolo “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”, mira semplicemente a contenere e a ostacolare la parte di soccorsi (il dieci per cento circa, secondo le statistiche del Viminale) svolta dalle navi...

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Ammiraglio in congedo delle Capitanerie di Porto, ha comandato svariati porti ed ha guidato il Reparto ambientale marino del ministero dell'Ambiente. Ha guidato la missione ambientale italiana in Libano nella guerra del 2006 e, dopo il comando del porto della Spezia, ha diretto le relazioni esterne della Guardia costiera. Dal 2012 al 2017 è stato presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre.