La rivoluzione informativa fiorisce a spese dell’essere umano, ponendo una sfida radicale al nostro “diritto al futuro”. Come si può parlare di libero pensiero se un residente in Alabama, cercando sul web notizie sul cambiamento climatico, viene informato che è una bufala, al contrario del suo connazionale di New York? E i rapporti internazionali ci dicono che una larga percentuale di italiani è analfabeta funzionale, sa leggere ma non riesce a comprendere, valutare, interpretare il testo, non ha capacità critica, tende a credere in ciò che legge. Attraverso i social non siamo clienti, siamo “il prodotto” per gli inserzionisti. L’Europa punta a proteggere i nostri diritti digitali con la “digital governance” L’analisi di FABRIZIO AROSSA, giurista I ‘guardiani del cancello’  impoveriscono il nostro pensiero col ‘filtro’ degli algoritmi LA LIBERA MANIFESTAZIONE del pensiero, soffocata un tempo soprattutto da sovrani temporali o spirituali, da governi autoritari o da squadracce violente, si trova da qualche anno a fronteggiare le minacce insidiose poste dalla nuova architettura della rete globale, in cui gli stessi ‘guardiani del cancello’ (gatekeepers) cresciuti a suo apparente presidio ne ‘moderano’ i contenuti e ne smussano i toni. Nel farlo, eliminano ciò che per i loro criteri − spesso applicati da macchine − si giudica ‘pericoloso’, e lo stesso pensiero...

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Fabrizio Arossa è un giurista di formazione internazionale, con lauree a Torino, Strasburgo e Harvard ed esperienze professionali a San Francisco, Parigi e Bruxelles. Partner fondatore in Italia di un primario studio legale internazionale, è stato professore di diritto del commercio internazionale all’Università di Trento e collabora con varie istituzioni accademiche.