Illustrata venerdì 16 dicembre alla Sala stampa della Camera dei Deputati l’interrogazione parlamentare di Filiberto Zaratti (Alleanza Verdi e Sinistra) e di Andrea Orlando (Pd) al ministro dell’Interno Piantedosi. Parte su change.org la raccolta delle adesioni all’appello lanciato da Ferruccio Parri jr, Carlo Ginzburg, Dacia Maraini e un folto gruppo di intellettuali e cittadini contro l’usurpazione da parte di Carlo Taormina e Giuliano Castellino del nome della nostra testata. In preparazione la richiesta danni nei loro confronti per appropriazione indebita e contraffazione
Il resoconto di COSIMO GRAZIANI

SONO STATE PRESENTATE ieri, venerdì 16 dicembre, con una conferenza alla Camera dei Deputati le iniziative sul piano parlamentare, sociale e legale contro l’usurpazione del nome di Italia Libera da parte dell’avv. Carlo Taormina e Giuliano Castellino ex leader di Forza Nuova, sotto processo per l’assalto squadristico alla sede nazionale della Cgil il 9 ottobre 2021. La conferenza stampa è stata aperta dall’on. Filiberto Zaratti, segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera, deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, che si è soffermato sul ruolo svolto da una testata storica, organo ufficiale di uno dei più gloriosi partiti italiani, il Partito d’Azione. «Un giornale — ha sottolineato Zaratti — che ha ospitato le più grandi intelligenze della sinistra del nostro Paese, da Emilio Lussu, a Ferruccio Parri, a Vittorio Foa, a Calamandrei, che in quel crogiuolo si sono formati e hanno dato un contributo fondamentale alla storia della nostra democrazia e alla stesura della Costituzione antifascista del nostro Paese. Una nobile testata recuperata recentemente grazie al contributo e alla volontà di tanti intellettuali e giornalisti del nostro Paese».
Ed è paradossale — ha aggiunto il deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra — che «due esponenti dell’estrema destra italiana abbiano deciso di costituire un partito politico contrapposto idealmente ai valori della democrazia e dell’antifascismo e l’abbiano chiamato abusivamente Italia Libera». L’appropriazione indebita di questa denominazione da parte di Taormina e Castellino «tanto più è odiosa quanto i programmi e i valori che le due storie rappresentano non possono non essere più contrapposti: da una parte i valori della tolleranza, della democrazia, della Costituzione, della partecipazione, della Repubblica e dall’altra dell’intolleranza e della violenza», ha aggiunto Zaratti primo firmatario dell’interrogazione che, col collega ed ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha deciso di rivolgere al governo per interdire la possibilità di Taormina e Castellino di utilizzare abusivamente questa denominazione.

Vittorio Emiliani, promotore della rinascita della testata che fu del Partito d’Azione, ha ringraziato i parlamentari «per questa ospitalità così generosa e pronta» aprendo le porte del Parlamento per tutelare il diritto alla storia e all’identità di coloro che lavorano alla testata Italia Libera: «I giovani italiani di questa storia non sanno quasi nulla, perché a scuola purtroppo non viene insegnata. Dico purtroppo perché sono le radici democratiche che hanno fatto del nostro Paese un Paese nel quale laici, cattolici, uomini di destra e di sinistra hanno potuto dialogare e formare governi che hanno avuto esiti positivi. Noi non possiamo tollerare — ha aggiunto l’ex direttore de “Il Messaggero” — che dei neofascisti si impossessino di testate che hanno questa lontana, gloriosa, indiscutibile tradizione per diffondere idee fasulle».
«Ringrazio l’on. Zaratti e l’on. Andrea Orlando per il sostegno a questa battaglia e per l’opportunità di raccontare questa brutta vicenda per la democrazia» ha proseguito il direttore di Italia Libera Igor Staglianò: «già nel 2021 denunciammo i propositi eversivi espressi da Taormina e l’appropriazione indebita del nome della nostra testata. E lo facemmo il 5 febbraio dello scorso anno, nel settantasettesimo anniversario della morte a Regina Coeli di Leone Ginzburg, direttore dell’edizione clandestina del giornale del Partito d’Azione, incarcerato dai fascisti e torturato dai nazisti, con un appello firmato fra i primissimi da Ferruccio Parri jr, Carlo Ginzburg (figlio di Leone e di Natalia Ginzburg), Dacia Maraini».
La conferenza è terminata con l’intervento dell’avvocata Elisabetta Berti Arnoaldi dello Studio Legale Sena & Partners che ha illustrato il quadro giuridico della situazione: «abbiamo preso tutte le misure possibili per difendere la testata, il marchio e il segno distintivo del giornale, ma l’azione giudiziaria non è in essere per la difficoltà di individuare l’interlocutore con il quale interagire. In realtà, noi ravvisiamo nel comportamento che è posto in essere, oltre a tutto quanto è stato già detto, gli estremi per un’azione di contraffazione, di risarcimento del danno, perché qui abbiamo uno svuotamento del segno distintivo e addirittura di infangamento, comunque degli illeciti piuttosto gravi. Nelle procedure di diritto civile non esiste un’azione contro ignoti e quindi abbiamo bisogno dell’interlocutore. Speriamo che qualcosa si muova per potercelo fare individuare». © RIPRODUZIONE RISERVATA