Da Capitale della Cultura 2025, la città dei Templi può riconsegnare alla collettività una straordinaria struttura che si affaccia sul Mar Mediterraneo e sul boschetto dell’Addolorata, luoghi ricchi di biodiversità attraversati dalla storica linea ferroviaria Agrigento-Porto Empedocle. All’interno del Parco sono presenti un anfiteatro, una zona cinema all’aperto, uno skate park e promenade panoramiche. Luoghi adatti ad iniziative che uniscono la collettività: dalla musica, alle arti visive e alle arti digitali, all’agroecologia, con figure emergenti nel panorama nazionale. Un luogo apprezzato, nonostante l’incuria in cui versa, da giovani, sportivi, gente di cultura, amanti della natura. Se non nell’anno di Capitale della Cultura, quando lo salveremo?


L’intervento di ALESSIO LATTUCA, presidente Movimento per la sostenibilità

Grazie all’impegno dei giovani attivisti di Scaro e non solo. Dopo anni di abbandono, hanno acceso un focus sul futuro del Parco del Mediterraneo, cosiddetto Icori. La loro azione rende possibile – mediante  opportune attività e con il coinvolgimento di Enti, associazioni, università, attivisti, semplici cittadini – procedere per la creazione di un partenariato diretto alla fondazione di un soggetto giuridico per affrontare la complessità che la dimensione del progetto comporta. In esso possono confluire tutti coloro che si sono già impegnati ed hanno aperto il dibattito su questa straordinaria  opera sulla quale, purtroppo da troppi anni, è calato il silenzio. Il momento sembrerebbe propizio.

L’occasione per riaprire dibattito pubblico e iniziative conseguenti è offerta dal ruolo assegnato alla Capitale della Cultura 2025. Le somme necessarie al recupero del Parco di cui la Città dovrebbe disporre rappresentano una significativa novità per riconsegnare alla collettività una straordinaria struttura che si affaccia sul Mar Mediterraneo e sul boschetto dell’Addolorata, luoghi ricchi di biodiversità attraversati dalla storica linea ferroviaria Agrigento-Porto Empedocle. Ma non solo. All’interno del Parco sono presenti un anfiteatro, una zona cinema all’aperto, uno skate park e promenade panoramiche.

Si tratta di un luogo che rende evidente la percezione di una rigenerazione culturale che potrebbe attrarre molte iniziative che uniscono la collettività: dalla musica, alle arti visive e alle arti digitali, all’ agroecologia, con figure emergenti nel panorama nazionale. Un luogo apprezzato, nonostante l’incuria in cui versa, da giovani, da sportivi, da gente di cultura, da amanti della natura. Un luogo con un enorme potenziale, sociale e culturale che può far pensare ad un moderno Hub culturale dalle molteplici attività per offrire un punto d’incontro alle nuove generazioni con cui sviluppare – oltre alla rete – la scena culturale, artistica, musicale e affermare − contestualmente − che la città non sia un luogo gerontocratico e che i giovani abbiano il loro spazio nelle istituzioni culturali. 

Si tratta di una forma di restituzione alla città di questi collettivi in forma di eventi di un pezzo di Italia ferita che non è possibile dimenticare. Per tali ragioni il Movimento per la Sostenibilità offre la propria disponibilità con l’obiettivo di coinvolgere tutti gli enti gli attori e le persone presenti, al fine di contribuire all’ sviluppo delle idee e dei progetti messi in campo per rimarginare, finalmente, una ferita aperta nel cuore della città. Un elemento davvero significativo e simbolico per affermare i valori che dovrebbero informare la città della cultura, per rimuovere lo  scandalo di un luogo straordinario abbandonato e per riconsegnare alla città un meraviglioso anfiteatro, realizzato all’indomani della rovinosa frana. E, al tempo stesso, per rimuovere le minacce che derivano dal pericolo di una bomba ecologica che, in caso di incendio alimentato dalle sterpaglie e dai rifiuti, potrebbe divorare il parco in pochissimo tempo, mettendo in serio pericolo l’intera fascia boschiva che circonda la città minacciando anche il centro abitato.

Tutti questi elementi inducono a considerare l’urgenza di avviare un confronto per la rinascita e l’avvio a nuova vita del Parco Icori-Addolorata: nome che rinvia al quartiere che gli è più prossimo e che fa entrare in quel centro storico che è insieme ferita e tema strettamente connessi al Parco. Ferita quando invece dovrebbe essere idea, foglio sul quale progettare il futuro. Unitamente alla valorizzazione dell’idea: metropolitana di superficie che, sviluppando la linea ferrata esistente e male utilizzata, sarebbe stata, e sarebbe, il filo per cucire realtà umane, sociali, valori culturali ed economici. Filo per sanare anche gli strappi con le periferie, da Villaseta a Fontanelle. 

Si tratta, in definitiva, della migliore risposta ad una città che deve rialzarsi, interrogandosi su una crescita distorta, per concentrare le risorse sulla rigenerazione, sul recupero delle periferie e sull’offerta di luoghi per la comunità. Una città in grado di crescere culturalmente ed economicamente, allestendo  spazi da offrire al turismo e, quindi, non limitato soltanto alla Valle dei Templi, ma a quella grande agorà che sui templi spaziava. Laboratorio di nuove aggregazioni, di nuove elaborazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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È presidente di Confimpresa Euromed, amministratore delegato Confidi per l’impresa e direttore generale Cofidi Scrl. Imprenditore agrigentino, si batte da anni contro il rigassificatore di Porto Empedocle (sua città natale), che definisce un “progetto folle”, a pochi passi dalla Valle dei Templi, a ridosso della casa di Luigi Pirandello in contrada Kaos.