Le zone rosse da pandemia fanno brutti scherzi e anche la digestione dell’agnello con patate. Così guardo su Marine Traffic, una app goduriosa che, nell’ impossibilità di fare viaggi, ti regala la vastità degli oceani e i loro traffici. E mi chiedo: dove sarà ora la Ever Given, il gigante di 400 metri di lunghezza che si è incagliato nel canale di Suez con 18.300 container a bordo? Gironzolando attorno scopro la mano degli italiani anche a Panama, l’altro grande canale della globalizzazione. Se anche voi siete ancora sotto l’effetto del pranzo pasquale, godevi questo filmato… e poi addormentatevi…
di DANIELA TAGLIAFICO
¶¶¶ È il giorno di Pasqua. Non chiedermi perché, ma mi viene in mente una domanda: dove sarà ora la Ever Given, il gigante di 400 metri di lunghezza che si è incagliato nel canale di Suez con 18.300 container a bordo e che è stato liberato pochi giorni fa? Lo so. Avrei potuto pormi una domanda più spirituale, data la ricorrenza oltretutto.
Ma le zone rosse da pandemia fanno brutti scherzi e anche la digestione dell’agnello con patate. Così guardo su Marine Traffic, una app goduriosa che, nell’ impossibilità di fare viaggi, ti regala la vastità degli oceani e i loro traffici.
La Ever Given è ancora imbottigliata a Suez, in un intasamento spettacolare. Sta dalle parti del Grande Lago Amaro, un largo bacino nel centro del canale dove ho letto che è stata sottoposta a ispezioni tecniche.
La foto di Marine Traffic sembra un giochino Lego: bacchettine colorate a nord e a sud che spingono tutte per entrare o uscire, sia dal Mediterraneo che dal Mar Rosso.
È la globalizzazione, bellezza!
E a Panama come stanno? Marine Traffic esaudisce il desiderio. Lì se la cavano meglio. Il canale è decisamente più corto, 81 chilometri contro i 190 di Suez. Ma il traffico non è male.
Il giorno di Pasqua porta con sé curiosità da Settimana Enigmistica.
Scopro così, dopo un breve giro su Yahoo, che il canale di Suez fu progettato da un italiano, l’ingegner Luigi Negrelli, che studiò un collegamento tra il Mar Rosso e il Mediterraneo, senza deviazioni verso il Nilo e senza chiuse. Non ce la fece a vedere la sua opera che fu proseguita da Ferdinand de Lesseps.
Le chiuse abbondano invece nel canale di Panama: sono 16. Le paratoie, enormi parallelepipedi di acciaio, alte 30 metri e larghe 10, sono state costruite in Friuli Venezia Giulia e trasportate via oceano in un viaggio durato circa tre settimane.
Adesso c’è il marchio Salini Impregilo. All’inizio del secolo scorso, tra il 1904 e il 1914 c’erano 4000 italiani, che facevano parte dell’immensa manodopera preveniente da tutto il mondo. Lavorarono in condizioni di semischiavitù, decimati dalla febbre gialla. Nessuno se lo ricorda più.
Non lo sapevo nemmeno io mentre attraversavo il canale di Panama, anni fa, e Nicola Pezzillo lo filmava. Due turisti beati.
La catena delle associazioni è finita. Pasqua, le zone rosse, una porta container incagliata nel canale di Suez, Marine Traffic, Panama, gli italiani.
Se anche voi siete ancora sotto l’effetto del pranzo pasquale, cliccate sul pulsante qui sotto e godevi questo filmato… e poi addormentatevi…
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Video: riprese e montaggio di Nicola Pezzillo [credit]