Le rivolte di piazza animano l’Iran dal 16 settembre, dopo l’uccisione di Masha Amini la ragazza del Kurdistan Iraniano arrestata perché non portava correttamente il velo. La sua morte mentre era sotto custodia della polizia morale ha innescato proteste senza precedenti in varie città del Paese. “Donne, vita e libertà” è lo slogan he hanno lanciato le ragazze giovanissime assieme ai loro compagni ed amici. È richiesta di giustizia e di equilibrio, in termini di affermazione e difesa della propria identità, ma è anche richiesta di un futuro in cui questa identità possa essere espressa senza coercizioni insensate e ingiuste. Di fronte a un movimento di piazza che è anche privo di leadership, la Repubblica Islamica ha davanti due soluzioni: non arrestare nessuno in particolare o — come ha già fatto in parte — arrestare e condannare tutti, con conseguenze che saranno più gravi di ogni sanzione, anche senza bisogno di ingerenze esterne. Manifestazioni oggi in varie città italiane a fianco delle donne iraniane L’analisi di LAURA SILVIA BATTAGLIA LE RAGIONI SONO molteplici, partendo dalle rivendicazioni “etniche” della popolazione curdo-iraniana, fino ad arrivare agli effetti della situazione economica del Paese, messa a dura prova dalle sanzioni imposte dalla comunità internazionale per il mancato accordo sul nucleare. Ma le rivolte di...
Iran, la rivoluzione che può vincere: il coraggio delle donne sta mettendo in crisi il regime
Laura Silvia Battaglia
Giornalista professionista freelance e documentarista, lavora come reporter in aree di crisi dal 2007 ed è conduttrice e autrice per Rai Radio 3. Specializzata in Medio Oriente, con particolare focus su Iraq e Yemen, ha lavorato dal 2012 al 2015 come corrispondente da Sanaa (Yemen) per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese Transterra Media. Collabora con media stranieri (The Washington Post, Al Jazeera English, Al Jazeera Arabic, TrtWorld, Cgtn, Rsi, Index on Censorship, The Fair Observer, Guernica Magazine, The Week India) e italiani (fra gli altri, Rainews24, Tg3 Agenda del Mondo, Sky Tg24, Tv2000, Radio Popolare, Radio in Blu, Radio24, Avvenire, La Stampa). Ha girato, autoprodotto e distribuito dieci documentari, tra i quali Yemen, nonostante la guerra, prodotto Ga&A nel 2019 e acquistato da Rai Doc, Zdf, Al Jazeera Arabic. Il film è uno spaccato nella vita dei civili yemeniti in guerra. Ha vinto i premi Luchetta, Siani, Cutuli, Anello Debole e Giornalisti del Mediterraneo. Dal 2007 insegna in diverse istituzioni italiane ed europee, compreso l’Istituto Reuters all’Università Oxford. Ha scritto l’e-book Lettere da Guantanamo (Il Reportage, dicembre 2016) e, insieme a Paola Cannatella, il graphic novel La sposa yemenita (Becco Giallo, gennaio 2017), tradotto in quattro lingue