Dopo la maturità classica, Vittorio Emiliani si trasferisce con la famiglia a Voghera, dove il padre aveva ottenuto il posto di Segretario comunale. In quegli anni di studi universitari (si era iscritto a Legge a Pavia) Emiliani scopre la sua passione per i giornali, che “divorava”. Fu tra i promotori del “Cittadino”, giornale laico di Voghera. Diresse il foglio degli universitari “Ateneo Pavese”. Poi, gli incontri: resta nella memoria, tra gli altri, quello con Camilla Cederna. Ma decisivo fu quello con Italo Pietra


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

Ero appena reduce da una brillante Maturità Classica a Ferrara al Liceo Ariosto, quando nostro padre segretario comunale ci annunciò che aveva vinto il concorso a Voghera. E dove è? A venti minuti da Pavia dove avrei potuto frequentare l’Università. Lettere? Si inalberò. Bastavano già mia sorella Adriana professoressa di Lettere e mio fratello Andrea avviato a Bologna alla Storia dell’Arte. Facessi qualcosa di più pratico. Scienze Politiche? No. Legge molto di controvoglia. Affar mio. Coi Diritti mi trovai subito male. I primi esami furono stentati. Mi piacevano i giornali, li divoravo, sportivi inclusi.

Qui in alto, Camilla Cederna; sotto il titolo, Vittorio Emiliani

Diventai a Voghera uno dei promotori del settimanale laico “Il Cittadino” e a Pavia direttore di “Ateneo Pavese” foglio degli universitari. Ma mi attraeva la vicinissima Milano dove presto conobbi Camilla Cederna un autentico mito e con lei realizzai un paio di inchieste prima di decollare da solo all'”Espresso” e quindi al “Giorno” con Italo Pietra. 

Vi avrei lavorato, redattore economico e poi inviato, per quattordici anni. Prima di accettare l’offerta di Pietra di venire a Roma, al “Messaggero” del quale sarei diventato inviato, caposervizio e direttore per sette anni. Fino al cambio di proprietà, da Montedison alla Ferruzzi di Carlo Sama (Raul Gardini geniale era stato messo al momento fuori dalla famiglia).

Presidente a Pesaro della Fondazione Rossini, reperii finanziamenti essenziali per la pubblicazione in forma filologica delle opere del Cigno di Pesaro o del Cignale di Lugo come si divertiva a definirsi. Fui anche deputato progressista di Pesaro alla Camera per una legislatura breve. Ripresi l’attività giornalistica e saggistica pubblicando una vastissima biografia di Rossini presso il Mulino (“Il furore e il silenzio. Vite di Gioachino Rossini”). Uno della trentina di libri che ho pubblicato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.