Con una serie di brevi ritratti, come “acquarelli” letterari, Vittorio Emiliani racconta personaggi – che ha conosciuto – più o meno celebri, spesso dimenticati, e che hanno lasciato una traccia nell’Italia dal dopoguerra alla fine del secolo scorso

L’acquarello di VITTORIO EMILIANI

Lo scrittore Carlo Emilio Gadda, “L’uomo in blu” di Arbasino (in alto, sotto il titolo)

Scomparso nel 2020 a 90 anni, Alberto Arbasino è stato scrittore, recensore musicale e teatrale, poligrafo. Ci conoscevamo bene sin da quando, ultimo di quattro figli, mi ero dovuto trasferire a Voghera città natale del Nino Alberto, dopo il Liceo Classico a Ferrara. Nella capitalina dell’Oltrepo la famiglia di Arbasino, possidenti di campagna, aveva beni al sole e una centralissima farmacia.

La sua carriera universitaria era stata incerta, prima Medicina a Pavia, poi Diritto internazionale a Milano. E nel mondo culturale inglese soprattutto (il Blomboory Club delle Mansfield). Aveva concepito una passione per il melodramma (sua una regia di “Carmen” al Comunale di Bologna), e difatti ci incontravamo ai concerti a Santa Cecilia. Aveva fatto parte del Gruppo 63 con Sanguineti e altri. Tanti e importanti i suoi libri. Il capolavoro? Forse “Fratelli d’Italia”. Aveva una predilezione per Carlo Emilio Gadda che accompagnava a casa su una spider a tutta velocità terrorizzandolo. Su di lui scrisse il piacevole “L’uomo in blu”. Aveva collaborato al “Giorno” dove però per il taglio di un capoverso disse addio a Pietra citando Scott Fitzgerald. «Perché tu saresti Scott Fitzgerald?», gli fece il direttore secco secco.

Tanto si potrebbe scrivere. Certo con lui è scomparso un intellettuale politicamente conservatore (fu deputato del Pri non lamalfiamo) all’interno di una avanguardia culturale movimentista. Un abito molto anglosassone. Come la sua vita privata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.